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11 Jan 10:02

Attaches très particulières …

by bijoucontemporain
…. Ou de l’inventivité … tout ça pour finir caché !!
Monika Brugger - entre-06.jpg
Monika Brugger – « Entre deux » – SYSTÈME DE FIXATION / HOLDING SYSTEM
Broche vue de dos / Brooch view from the back
Monika Brugger systeme de fixation - entre-07.jpgMonika Brugger entre-08.jpg

Monika Brugger – entre-deux – Anneau de fixation en caoutchouc /Rubber ring for fixing. L’anneau de caoutchouc accroche la broche par l’intérieur du vêtement sur le tissu / The rubber ring fixes the brooch onto the fabric by the inside of the garment.

Isabelle Busnel developed jewellery around ideas of concavity and unusual forms of attachment using magnets and tension.  Her work is whimsical and innocent but has the ability to be very provocative if used properly (Sir John Cass School of Art Media and Design MA Degree Show 2010)Isabelle Busnel developed jewellery around ideas of concavity and unusual forms of attachment using magnets and tension.  Her work is whimsical and innocent but has the ability to be very provocative if used properly (Sir John Cass School of Art Media and Design MA Degree Show 2010) Isabelle Busnel - FRANCE/UK  "Isabelle developed jewellery around ideas of concavity and unusual forms of attachment using magnets and tension.  Her work is whimsical and innocent but has the ability to be very provocative if used properly.  A playful poke at two ways jewellery can function.  She mostly works in enameled copper and steel but there were two fascinating brooches with wonderful play of inside and outside made of silver. I just love them particularly -- that little peek inside..."Isabelle Busnel - FRANCE/UK  « Isabelle developed jewellery around ideas of concavity and unusual forms of attachment using magnets and tension.  Her work is whimsical and innocent but has the ability to be very provocative if used properly.  A playful poke at two ways jewellery can function.  She mostly works in enameled copper and steel but there were two fascinating brooches with wonderful play of inside and outside made of silver. I just love them particularly — that little peek inside…« 

Marie Charpentier
Marie Charpentier   -   broche « polypores »
Jenny Gilbert - brooch 2010  Brooch, 2010, porcelain, silicone, cotton thread, steel wire
claudia adam-DE
Claudia Adam – DE (Idar Oberstein)
Claudia Adam (Idar Oberstein)Claudia Adam (Idar Oberstein) chat, Silber, Edelstahl – 2006
'Artis Causa' (Gabri Schumacher ) magnet brooch - JOYA 2012‘Artis Causa’ (Gabri Schumacher ) magnet brooch (JOYA 2012)
galit barak Brooches closures    Brass, nickel silver  2013
Galit Barak Brooches closures    Brass, nickel silver  2013
Galit Barak  Brooches  Brass, nickel silver, silver plating   2013 Galit Barak  Brooches  Brass, nickel silver, silver plating  – 2013
Galit Barak -  Brooch  Brass, nickel silver, silver plating  2013    
Galit Barak -  Brooch  Brass, nickel silver, silver plating  2013
Galit Barak brooches 2013Galit Barak brooches 2013
djurdjica kesic, Tasmanian Oak, Sterling Silver, Steel. (photography by Andrew Bachram)
Djurdjica Kesic, Tasmanian Oak, Sterling Silver, Steel. (photography by Andrew Bachra)
Amparo joyeria textilAmparo (Fernández Amparo, Arg.) joyeria textil 
Jessica Turrell  Brooch: Medal series 2009  Silver, vitreous enamel, copperJessica Turrell  Brooch: Medal series 2009  Silver, vitreous enamel, copper
The Spoon, broches, Maki Okamoto.Maki Okamoto, Spoon brooch – silver – 2010
03 Jul 21:34

Sono una persona orribile (edizione speciale)

by Alessandro
23 May 07:57

Tic tac

by khenzo

 

 

 

 

Tic tac
Padrone del Tempo
tic tac
fai presto
tic tac
Orologiaio Matto
tira le molle
allenta i bulloni
fai arrivare quel giorno
che aspetto da tanto
in cui lei sarà lì
a gambe incrociate
ad aspettare il mio arrivo
e io, che arrivo
e ci abbracciamo
e la sollevo da terra
ché è leggera
con i piedi in aria
tic tac
e poi andiamo al mare
e poi a fare l’amore
e poi a mangiare
e tic tac
Vecchio Bastardo
olia le ruote
non dirlo a nessuno
è un segreto, il nostro
e al corvo che gracchia
che guarda dall’alto
e che vuole sapere
digli non è niente
non ti preoccupare
vola lontano
su quell’albero laggiù
Dacci del tempo e saremo felici
e tic tac
di questa allegria rubata
te ne farò dono e in cambio
ti chiedo
tic tac
almeno una giornata di sole.

 

(foto di urban don)

23 May 06:01

wear | accessory

by noreply@blogger.com (monica)
chiaratiz

MERAVIGLIA

23 May 05:56

Delle parole

by paolonori

Ci son delle parole, come felicità, che io faccio fatica a pronunciarle. E ci son delle espressioni, come fare sesso, che credo di non averla mai detta. E ci son delle altre parole, come benessere, che mi sembran d’un vago. E ci son certe malattie, come lo stress, che a me, non lo so se esiste, lo stress. E mi vien da pensare che la mia diffidenza verso queste parole e espressioni forse dipende dal fatto che, in dialetto, non esistono mica. Come se io, come mia nonna, la mia lingua madre non fosse l’italiano. Ma forse mi sbaglio.

10 May 08:01

Storia, lingua e geografia

by noreply@blogger.com (Zu)
La multidisciplinarietà è necessaria perché può aiutare a capire meglio, ma anche o soprattutto perché è più divertente.
Piccola dimostrazione: la cartina d'Europa evidenziata in base a come si dice "cetriolo".



Nella stessa pagina di Strange Maps si trova anche la cartina relativa al lemma "arancia".
04 Apr 06:05

cheapness |ˈtʃiːpnɪs| #13

by Nemo
chiaratiz

vero

Il fascino delle isole è che puoi andarci e non essere sicuro di poter tornare a casa.

03 Apr 08:39

quando che s’agganciano gli sguardi

by catalanoguido

ma che belle le punizioni in area di rigore
ma che belle le suore giovani che ridono
e che bello addormentarmi sulle tue tette tonde
e che belli i film d’amore che mi piango nelle orecchie
e che bello lanciarsi urlando contro le poderose onde
e poi, ancora
che bello quell’attimo esatto poco prima
quando che s’agganciano gli sguardi

quando che s’agganciano gli sguardi
e tu senti le campane
ma non ci sta nessun campanaro nelle vicinanze
e tu hai paura di avere un problema all’udito
e vai dall’otorinolaringoiatra
che ti dice che le orecchie vanno bene
e allora capisci che sono le campane dell’amore
quelle che tu ti senti dentro le tue orecchie

ma poi
quando che s’agganciano gli sguardi
tu ti senti il cuore nella gola
e torni dall’otorinolaringoiatra
e lui ti dice che la gola va bene
magari dovresti fumare di meno
ma non c’è nessun corpo estraneo dentro la tua gola
men che meno un cuore
e tu ringrazi, paghi e vai

e poi ancora
quando che s’agganciano gli sguardi
tu ti senti la testa leggera
lo stomaco pulsante
le mani tremanti
la pelle infocata
la nuca ghiacciata

e torni dall’otorinolaringoiatra
che s’incazza e ti caccia via
dicendoti che l’otorinolaringoiatria moderna occidentale
è una cosa seria
e per te non può fare nulla
magari provare con un neuropsichiatra
ma di quelli bravi

ed è quello il momento che tu capisci
magari un po’ in ritardo
ma comunque finalmente lo capisci
che
quando che s’agganciano gli sguardi

quello è l’attimo esatto poco prima
quello è l’attimo più bello
quello è l’attimo per cui vale la pena

24 Mar 17:13

Gianni Berengo Gardin ai Tre Oci

by Winckelmann

Campo S. Margherita, 1958

Una delle poche buone notizie del 2012 per Venezia è stata l’apertura della Casa dei Tre Oci, una specie di Palazzo Ducale in sedicesimo che il pittore Mario De Maria costruì per sé nell’isola della Giudecca all’inizio del Novecento. Acquisito dalla Fondazione di Venezia, il palazzo restaurato è diventato la sede di un centro che si occupa di fotografia e organizza mostre e workshop, conserva due importanti raccolte fotografiche e una biblioteca specializzata.
La mostra dedicata a Gianni Berengo Gardin è la seconda grande manifestazione ospitata nella galleria dopo quella su Elliott Erwitt organizzata la scorsa primavera. Visitandola oggi non potevo fare a meno di ricordare l’eterna raccomandazione di Italo Zannier, nume tutelare degli storici della fotografia: leggete l’immagine, la fotografia è l’immagine, non l’oggetto che raffigura. Visto da questa prospettiva il lavoro di Berengo Gardin acquista una potenza e una qualità formale impressionanti, francamente inaspettati per un fotografo così impegnato, come lui, nel riprendere con atteggiamento giornalistico la vita quotidiana di Venezia, Parigi o di mille altri angoli del mondo.
Centotrenta stampe rigorosamente “vere”, nel senso di realizzate col metodo tradizionale dai negativi originali, riempiono le sale dei tre piani della galleria. La mostra è strepitosamente bella e vale il viaggio.
Fino al 12 maggio, il tempo per organizzare una gita c’è.

berengo_gardin_venezia_3