|
|
|
|
|
|
|
|
|
Avete mai fatto una passeggiata su un sentiero di montagna? Bene, allora avrete sicuramente notato, magari ad un bivio o in un punto dove le tracce diventavano confuse o poco chiare, quando vi sentivate persi, un tumulo di pietre che stava li ad indicarvi che eravate ancora sulla strada giusta. Ecco, da questa semplice ( ma profonda ) idea, nasce il progetto di Vincent Callebaut, dei "Tumuli Asiatici".
Alla fine del 2011, in Cina, il numero di abitanti nelle città ha superato il numero di abitanti nelle campagne. Mentre 30 anni fa solo un cinese su cinque viveva nelle città, oggi il 51,27% della popolazione di 1 miliardo 347 milioni di persone, è cittadino. Questa popolazione urbana potrebbe aumentare fino a 800 milioni di abitanti entro il 2020, principalmente in 221 grandi città da almeno un milione di persone ( in Europa ce ne sono solo 40 della stessa entità ) e 23 megalopoli di più di 5 milioni di abitanti. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Tumuli di pietre come quelli usati sui sentieri di montagna per segnalare un sentiero. Foto by PLR_Photos
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Secondo Li Jianmin, esperto in demografia, della Tianjiin University, la percentuale di popolazione urbana cinese salirà al 75% entro il 2030! Affrontando questo esodo rurale di massa e la sfrenata accelerazione dell’ urbanizzazione, i futuri modelli di città - verdi, dense e connesse - devono essere ripensati, d’ ora in avanti! La sfida è creare una urbanizzazione fertile a zero emissioni di carbonio e con energia in surplus, il che significa produrre più energia di quella che viene consumata, per conciliare lo sviluppo economico e la protezione ambientale.
Il tenore di vita di ognuno, quindi, sarà non solo rispettato ma crescerà nello stesso momento.
|
Una città più verde |
1.1 - La città verde
Le città sono oggi responsabili di circa il 75% del consumo energetico nel mondo e dell’ 80% dell’ emissione totale di CO2. Il modello urbano contemporaneo è quindi molto dispendioso a livello energetico: da un lato importa benessere e risorse naturali, mentre dall’ altro esporta invece inquinamento e scarti.
Questo loop di flussi energetici può essere evitato: importando dalle campagne circostanti il paesaggio e anche i metodi di coltivazione nel centro città, grazie alla creazione di polmoni verdi, “coltivacieli” e dall’ incremento di centrali a energia solare ed eolica.
I siti di produzione di cibo ed energia saranno così reintegrati al centro dei siti di consumo! Le costruzioni con energia in surplus devono diventare la normalità e ridurre l’impronta inquinante ( emissioni di carbonio ) a medio termine.
1.2 - La città densa
Il modello delle maggior parte delle città odierne, che sostiene la dispersione urbana ed è basato sulla mono-funzionalità e segregazione sociale, deve essere scartato! Una città più densa, infatti, consuma meno energia di una dispersa. Questa è la fine dei ghetti super sicuri dei ricchi contro quartieri poverissimi!
Questa è la fine dei quartieri-dormitorio, mancanti di qualunque attività, dei quartieri commerciali uniformati disabitati! Questa è la fine dei centri cittadini museo, che combattono con distretti commerciali monofunzionali. Questa è la fine dell’ embolia mozzafiato dei centri cittadini “mangiati” dalle automobili! La fine dell’ esplosione dei trasporti pubblici e privati che divorano le nostre terre, perchè basati su un’ obsoleta separazione geografica di casa e lavoro!
Diversità sociale e funzionale devono essere le parole chiave per costruire città più intelligenti.
Ecologicamente vitale, il nuovo modello di città, densa, verticale e meno sparpagliata costituirà un polo aperto attrattivo e fornirà molti servizi: il sociale sarà reinventato!
1.3 - La città connessa
|
Una città connessa |
Le tecnologie d’ informazione e comunicazione hanno oggi un importante ruolo nello sviluppo delle reti cittadine, e saranno capaci di ridurre l’emissioni di carbonio del 15-20% entro il 2020. Le soluzioni come fibra ottica e sistemi satellitari, per quanto riguarda la comunicazione, permettono oggi, grazie alle loro applicazioni ( videoconferenze, telelavoro, telemedicina, videosorveglianza, e-commerce, informazione in tempo reale ecc.) di ridurre considerevolmente l’ emissione di carbonio e risparmiare i costi di spedizione, rinforzando allo stesso tempo il dinamismo economico e l’attrattività delle città.
Basate sull’ innovazione, le soluzioni TIC favoriscono la diminuzione di beni fisici e bisogno di trasporti attraverso la dematerializzazione. Essi sostengono anche una logistica intelligente e la sincronizzazione delle operazioni del processo produttivo. Tutto tende a nuove opportunità di crescita vantaggiosa ed a un risparmio con basse emissioni di carbonio.
Lo sviluppo sostenibile deve pertanto consentire di trovare soluzioni innovative per un' economia resiliente ai cambiamenti climatici, il che è in piena armonia con la biosfera, allo scopo di preservare la possibilità, per le prossime generazioni, di andare incontro ai propri bisogni.
I più antichi esseri viventi sono apparsi circa 3.8 miliardi di anni fa. In termini di tempo, le società umane sono comparse molto dopo che la natura aveva cominciato a fare i suoi esperimenti. Se anche solo l’ 1% di quelle specie sono sopravvissute adattandosi costantemente, senza ipotecare le generazioni future e senza carburante, la loro sussistenza merita il nostro rispetto, e ci ricorda le leggi della loro proseprità:
La natura funziona principalmente con l’energia solare, usa solamente la quantità di energia necessaria, modella le forme migliori a svolgere determinate funzioni, ricicla tutto, scommette sulla biodiversità, limita gli eccessi dall’interno, trasforma le avversità in opportunità e gli scarti in risorse, migliora le competenze localizzate.
Basandoci su questi miliardi di anni di ricerca e sviluppo, i nuovi approcci all’ innovazione, atti a modificare il bilancio del carbonio, ci guidano a tre ulteriori scale operate dalle attuali biotecnologie: le forme, le strategie, e gli ecosistemi.
|
Termitaio con particolare dell' interno. Fonte
|
2.1 Il biomorfismo: È basato solo su forme naturali.
Esempi: le ali verticali dell’
aquila delle steppe, la forma spiralata e idrodinamica del
nautilo, il sistema di ventilazione nei
termitai.
2.2 La bionica: è basata su startegie di sussistenza, processi di produzione naturali. Esempi: la plasticità delle foglie di
ninfea, la struttura iper-resistente degli
alveari in nidi di api.
2.3 La biomimetica: si basa su ecosistemi maturi e tende a riprodurre, tutte le interazioni presenti in una foresta tropicale, ad esempio l’uso di scarti come risorsa, la diversificazione e la cooperazione, la riduzione dei materiali allo stretto indispensabile. Esempi: l’agricoltura autogenerativa, la riproduzione del processo fotosintetico ( pricipale fonte energetica dell’ umanità ), la produzione di bio idrogeno dalle alghe.
Mentre la funzione primaria dell’ architettura, fin dalla notte dei tempi, era quella di proteggere l’uomo dalla natura, il tentativo delle città moderne è l’esatto opposto: riconciliare finalmente l’uomo con gli ecosistemi naturali! L’ architettura diventa metabolica e creativa; Le facciate diventano epidermidi organiche e rigenerative. Sono materia in movimento, coperte da piante libere, regolandone continuamente la forma e quindi funzionalità. I tetti diventano il nuovo terreno della città verde, il giardino non è più piazzato a contatto con l’abitazione, è l’abitazione!
L’ architettura diventa coltivabile, edule e nutritiva!
L’ architettura non è più stabilita sul terreno ma è piantata nel suolo e scambia con esso il materiale organico come risorsa naturale.
|
Un nuovo modello di città intelligente |
3. “Tumuli asiatici” verso un nuovo modello di città intelligente.
Beneficiando della sua posizione geografica privilegiata, nel cuore della megalopoli cinese nel delta del Fiume delle Perle, Shenzhen ha visto uno spettacolare sviiluppo economico e demografico.
Da quando Hong Kong è tornata a far parte della Cina, le due città si sono fuse e costituiscono oggi una delle più grandi metropoli cinesi, con più di 20 milioni di abitanti!
In questo contesto di incredibile crescita e urbanizzazione accelerata, il progetto dei “Tumuli asiatici” si batte per la costruzione di un polo multifunzionale, multiculturale ed ecologico. È un progetto per costruire un prototipo di città densa, verde intelligente connessa, del TIC, e disegnata in base all’ambiente dalle biotecnologie!
3.1 Tre eco-spirali intrecciate
Il progetto principale è disegnato sotto forma di tre spirali intrecciate che rappresentano i tre elementi cioè fuoco, terra e acqua, al centro dei quali si trova aria. Ogni spirale si arrotola intorno a due torri megalitiche a formare ecosistemi urbani, aumentando la biodiversità nel cuore della città sotto forma di vasti frutteti pubblici e campi di agricoltura urbana.
Grandi bacini di viticoltura e vaste lagune di fito-depurazione riciclano le acque scure uscenti dalle fattorie verticali abitate.
3.2. Sei “Coltivacieli” multifunzionali
Le sei torri agricole, che costituiscono un “triangolo d’ oro” adoperano una programmazione multivariata, sovrapponendo le varie coltivazioni dei “coltivacieli” portate a termine dagli stessi abitanti. Come il nostro progetto Dragonfly a New York, lo scopo è di riportare la campagna nella città e di rigenerare i metodi di produzione del cibo all’interno dei siti di consumo. Le torri megalitiche prendono spunto dai tumuli, cumuli di pietra artificiali presenti in montagna per tracciare i sentieri escurionistici.
Con un utilizzo intelligente della costruzione, queste sei torri concentrerano le funzioni di abitazione, ufficio, luoghi di svago, nei sassi, sovrapponendosi l’un l’altro su una colonna centrale. Questa colonna centrale costituisce l’ ossatura strutturale di ogni torre.
Essa indirizza i flussi umani, distribuisce le risorse naturali e “digerisce” gli scarti smistandoli, per dare un compost selettivo.
Vero e proprio quartiere cittadino di blocchi impilati, questi tumuli rendono lo spazio urbano più denso, ottimizzando anche la qualità della vita dei suoi abitanti, riducendo il bisogno di mezzi di trasporto, inserendo una rete di automazione locale, la ri-naturalizzazione degli spazi pubblici e privati, e l’ integrazione di energie pulite e rinnovabili.
Questi sei “coltivacieli” sono torri pioniere, che mirano ai 10 obiettivi seguenti:
|
Particolare di uno dei "sassi" che compongono il tumulo. |
1 - Diminuzione dell’impronta ecologica di questo nuovo quartiere ecologico verticale, favorendo il consumo locale grazie alla sua autosufficienza e la riduzione del bisogno di strade, ferrovie e trasporti fluviali.
2 - Reintegrazione dell’ impiego locale nei settori primario e secondario, co-producendo i prodotti organici freschi per gli abitanti che, inoltre, torneranno a conoscere i metodi di coltivazione e produzione.
3 - Riciclo in cicli brevi e chiusi di rifiuti organici liquidi e solidi, delle acque usate, mediante compostaggio anaerobico e pannelli di alghe verdi che producono biogas da fotosintesi accelerata.
4 - Economia del territorio rurale, riducendo la deforestazione, la desrtificazione e l’inquinamento delle falde freatiche.
5 - Ossigenazione dei centri cittadini inquinati, la cui aria è saturata da particelle di piombo.
6 - Produzione agricola verticale urbana di frutta e verdura limitando il sistematico ricorso a prodotti fitosanitari chimici, insetticidi, erbicidi e fertilizzanti di sintesi.
7 - Risparmio della risosrsa idrica grazie al riciclo delle acque urbane, della pioggia e dell’acqua evapo-traspirata dalle piante.
8 - Protezione della biodiversità e sviluppo di cilci ecosistemici nel cuore della città.
9 - Diminuzione dei rischi sanitari attraverso la scomparsa di pesticidi nocivi per la salute e la protezione totale della fertilità e purezza delle falde freatiche.
10 - Diminuzione del ricorso a carburante fossile, necessario per l’ agricoltura tradizionale a lungo ciclo, per la refrigerazione e il trasporto dei prodotti3.3. Centinaia di “sassi” bioclimatici con energia in surplus
Ogni componente del tumulo è un vero eco-quartiere di questo nuovo modello di città verticale. Stutturalmente sono fatti di anelli d’acciaio che si inarcano intorno al doppio ponte orizzontale. Questi anelli sono collegati alla colonna vertebrale centrale da travi Vierendeel che consentono la massima flessibilità e spazialità modulare. Queste grosse travi formano un piano a croce che accoglie la programmazione individuale di ogni pietra. Gli spazi interstizi tra questo incrocio e la “pelle” del megalite, accolgono grandi giardini nutritivi sospesi sotto forma di serre produttive.
|
Giardini indoor |
Vere rocce viventi, giocando dalla loro posizione a strapiombo, i sassi cristallini sono eco-progettati dalle energie rinnovabili. Un’ epidermide a cielo aperto di cellule fotovoltaiche e termosolari, così come una foresta di turbine eoliche copre i tetti culminanti, punteggiati da frutteti sospesi e orti.
Ogni sasso presenta inoltre un bilancio energetico positivo sia dal punto di vista elettrico che dal punto di vista calorifico e del cibo.
Il progetto “Tumuli Asiatici” sintetizza la nostra filosofia architetturale che trasforma le città in ecosistemi, i quartieri in foreste e le costruzioni un alberi maturi, trasformando così ogni vincolo in opportunità e ogni spreco in risorsa naturale rinnovabile.
© Vincent Callebaut Architect
Tradotto da
ZeitNews, fonte originale
Vincent CallebautTutte le immagini del progetto dal
sito di Vincent Callebaut