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20 Jun 14:31

Arrosto di seitan ripieno con verdure di stagione

by Isabella

Ingredienti

  • 1 kg di seitan autoprodotto
  • 1 cipolla intera
  • 2 peperoni gialli
  • 1 peperone rosso
  • 1 peperoncino fresco
  • 2 pomodori secchi
  • 250 ml di panna di soia
  • olive nere sotto sale
  • 1 zucchina
  • 1 cucchiaio di salsa di soia tamari
  • sale
  • olio evo
  • pepe nero
  • salvia
  • prezzemolo
  • basilico
  • 1 litro di brodo vegetale aromatizzato al curry

Preparazione

Vedi la preparazione su: Isabelle Cooking

20 Jun 14:31

Linguine con pesto di rucola e avocado

by Isabella

Avocado_Pesto_Pasta

Ingredienti per 4 persone

  • 400 gr di linguine, meglio se integrali
  • 2 avocado maturi
  • 150 gr di rucola
  • olio evo
  • 1 spicchio di aglio fresco
  • sale
  • basilico per decorare
  • una manciata di pinoli
  • una manciata di pistacchi
  • pepe nero qb

Preparazione: vedi preparazione su Isabelle Cooking

02 Jun 13:08

Presentata la guida di Casalecchio

by info@zucchinifoto.it (Fruttuoso)

guida 01

Presentata dal Vicesindaco Carmela Brunetti al Lido di casalecchio la guida al territorio di Casalecchio di Reno dopo una passeggiata con più di 30 escursionisti. La guida al territorio in forma cartacea e pubblicata in PDF sul sito del comune dove la si può scaricare a piacimento. Tutti gli itinerari si possono trovare anche sulla applicazione gratuita FuoriBologna per android ed apple. Nell' opuscolo cartaceo, molto ben fatto, in ogni itinerario esiste anche il codice QR-Code fotografabile con uno smartphone per poi avere informazioni sulla passeggiata che si vuole fare.

guida 02 

30 May 19:36

Tronsmart MK908 gets Android 4.2 firmware (and custom ROM)

by Brad Linder

The Tronsmart MK908 is an Android TV stick with a Rockchip RK3188 quad-core processor, 2GB of RAM, and 8GB of storage. You can plug it into any TV with an HDMI port and hook it up to your WiFi network to stream internet video, play games, surf the web, or run other Android apps on your TV.

It sells for about $86, and it’s one of the fastest devices of its type that I’ve tested. Right now the MK908 ships with Android 4.1 Jelly Bean pre-loaded. But if you want to install Android 4.2, there’s an official software update. You can find download links and instructions at the Geekbuying blog.

908_01

Among other things, the new release resolves problems some users have had with audio and Netflix performance. The update should also let you use the RkRemoteControl app to turn your Android phone or tablet into a wireless remote control for the MK908.

If you want a little more control over your device, there’s also already a custom ROM based on the official Android 4.2 firmware.

Developer Finless from FreakTab has built Finless ROM 1.5 for the MK908. It comes pre-rooted, removes some of the pre-loaded apps to free up space, and includes a tweak so that even apps Google things aren’t compatible with the device will show up in the Play Store.

Tronsmart MK908 gets Android 4.2 firmware (and custom ROM) is a post from: Liliputing

25 May 09:09

Dario Argento film in streaming: L'uccello dalle piume di cristallo

by noreply@blogger.com (Massy Biagio)
Ecco il primo film horror di Dario Argento, che oltre ad esserne il regista ne è anche lo sceneggiatore ed ha scritto anche il soggetto.
Tra poco dovremmo vedere un re-make di Hollywood di questo film, Argento ha infatti venduto i diritti ad una nota casa di produzione.
Alcune curiosità su questo film horror:

  • L'uccello del titolo, l'Hornitus Nevalis (gru delle nevi), non esiste ed è in realtà una comune gru coronata, Balearica Pavonina.
  • Il brano "Piume di cristallo", facente parte della colonna sonora della pellicola, viene utilizzato nel film Death Proof di Quentin Tarantino nella sequenza in cui Kurt Russell spia le ragazze nel parcheggio, ma stranamente non è incluso nella relativa colonna sonora.
  • Nella sequenza in cui Sam Dalmas è inseguito dal misterioso individuo col giubbetto giallo (l'allora 64enne Reggie Nalder), passa davanti ad un cinema (il cinema Fiamma di Roma) dove stanno proiettando La donna scarlatta, film reale uscito nel 1969;
  • Esistono alcune vistose incongruenze nella sceneggiatura. Due delle più evidenti riguardano la scena clou finale nella sala della galleria d'arte: Sam entra in una stanza completamente buia ma questo è impossibile perché, come si vede dalla prima scena che vi è ambientata, il locale dava sulla strada attraverso due grandi vetrate parallele; inoltre l'arrivo finale della polizia in soccorso di Sam era impossibile perché comunque le vetrate erano chiuse e apribili solo dall'interno
  • Reggie Nalder, nel film l'inseguitore col giubetto giallo, è soprattutto noto per aver interpretato il ruolo di Rien ne L'uomo che sapeva troppo di Alfred Hitchcock, il killer assoldato per uccidere nel teatro il capo di stato estero. Inizialmente non era previsto il suo contributo nel film: Argento gli propose il ruolo dopo averlo incontrato per caso a Roma, dove l'attore si trovava in quel periodo per partecipare ad un telefilm americano che si girava in parte in Italia.
  • Alla sua uscita nelle sale italiane, nel febbraio 1970, il film venne accolto in modo abbastanza freddo nelle sale cinematografiche del nord Italia; andò meglio al centro e al sud. Poco a poco, il successo raggiunto nelle città meridionali creò anche al settentrione maggiore attenzione intorno al film; L'uccello dalle piume di cristallo recupera spettatori e inizia ad andare molto bene in tutta la penisola. Verrà ridistribuito in sala un anno e mezzo dopo, arrivando a degli incassi ancor più soddisfacenti.





Scheda del film:


Titolo originale L'uccello dalle piume di cristallo

  • Paese di produzione Italia, Germania Ovest
  • Anno 1970
  • Durata 93 min
    L'uccello dalle piume di cristallo locandina
    L'uccello dalle piume di cristallo locandina
  • Colore colore
  • Audio sonoro
  • Genere Giallo / Thriller / Horror
  • Regia Dario Argento
  • Soggetto Dario Argento
  • Sceneggiatura Dario Argento
  • Produttore Salvatore Argento
  • Casa di produzione Seda Spettacoli, Central Cinema Company Film (CCC)
  • Distribuzione (Italia) Titanus
  • Fotografia Vittorio Storaro
  • Montaggio Franco Fraticelli
  • Musiche Ennio Morricone
  • Scenografia Dario Micheli
  • Costumi Dario Micheli
  • Trucco Pino Ferrante

Cast del film:


  • Tony Musante: Sam Dalmas
  • Enrico Maria Salerno: comm. Morosini
  • Suzy Kendall: Giulia
  • Umberto Raho: sig. Ranieri
  • Eva Renzi: sig.ra Ranieri
  • Raf Valenti: prof. Carlo Dover
  • Mario Adorf: Berto Consalvi
  • Giuseppe Castellano: Monti
  • Pino Patti: Faiena
  • Gildo Di Marco: Garullo/Addio
  • Fulvio Mingozzi: poliziotto
  • Omar Bonaro: poliziotto
  • Bruno Erba: poliziotto
  • Annamaria Spogli: Sandra Roversi, terza vittima
  • Rosita Torosh: quarta vittima
  • Karen Valenti: Tina, quinta vittima
  • Werner Peters: antiquario
  • Reggie Nalder: inseguitore col giubbetto giallo
  • Maria Tedeschi: anziana nella nebbia
  • Carla Mancini: ragazza che guarda la TV
  • Giovanni Di Benedetto: prof. Rinaldi

Doppiatori italiani


  • Gigi Pirarba: Sam Dalmas
  • Anna Teresa Eugeni: Giulia
  • Cristina Grado: Monica Ranieri
  • Silvano Tranquilli: prof. Carlo Dover
  • Adriano Micantoni: Berto Consalvi

04 Apr 17:10

Via Carracci: da domani i primi lavori per l'apertura della stazione AV

Via Carracci: da domani i primi lavori per l'apertura della stazione AV Domani,  5  aprile,  inizieranno  i  primi  lavori di sistemazione stradale, a  cura di Rete Ferroviaria Italiana,  in
04 Apr 17:09

Spaghetti al Pomodoro Crudo

by iscritto

Spaghetti al Pomodoro Crudo

di Amo la Pasta

Spaghetti al Pomodoro Crudo

Gli spaghetti al pomodoro crudo sono un primo piatto fresco e genuino, ideale per le giornate calda e non solo. Gli ingredienti per 4 persone sono:

Ingredienti

  • 350 g. di spaghetti
  • 5-6 pomodori da sugo
  • 2 spicchi d’aglio
  • 5 foglie di basilico
  • 3-4 cucchiai di olio
  • sale e pepe
04 Apr 16:30

NY Times Micro Cabin/Office "The Gypsy Junker" FOR SALE…

by Loren Cooper

After much debate, and simply for the need of yard space (so I can finish my mini houseboat, a tiny house on wheels, have more room for upcoming workshop activities, AND build a prototype transforming A-frame that David Stiles and I are working on) I’ve decided to list “The Gypsy Junker” for sale. $1200.00.
    ALL proceeds will go straight into these new projects of mine, and toward filming them for my show “Tiny Yellow House” on youtube (almost EIGHTY episodes now!). Price is firm, as if it does not sell, I won’t be too heartbroken, as I REALLY like this little cabin, and its been a great visual took for the backyard workshops I’ve hosted.

A little info…
(You can also find more on www.tinyhouselistings.com

   This cabin, made with a slew of funky, fun, and weird recycled materials (which took eons to find, and a ton of work) is about 32 square feet. It has a sleep platform that also doubles as a desk, three windows, and a dutch style door. If I had to guess, I’d think it weighs around 800 lbs., and you’ll need a flat bed tow truck to move it. I initially built this as a micro office for blog work, and a camp shelter. It would also make for a great little garden shed, a really unique chicken coop, or a great kids fort. Its sturdy and has stood to two hurricanes now, many large snowstorms and a tree falling on it (no damage) last year. It was built three years ago.

PRESS:
It was cover featured in the NY Times (Feb, 2011), and has been in The Boston Globe, Boston Herald, Seattle Times, The UK Daily news, ABC, CBS, and SpaceTV, China Times, Bund Pictoral (China), The hoempage of Yahoo.com, Make magazine, and about 1000 other places.

Below is a video tour of the structure, and a clip from it being talked about on China’s largest TV News Network….

You can email me (serious inquiries only please!) at kidcedar at gmail.com Its also featured in my book “Humble Homes, Simple Shacks”….

04 Apr 16:29

Ricetta ciambelline alla marmellata

by iscritto
hiperica_lady_boheme_blog_di_cucina_ricette_gustose_facili_veloci_dolci_ciambelline_alla_marmellata_1

CIAMBELLINE ALLA MARMELLATA DI LAMPONI
Ingredienti

250 gr di burro morbido, 150 gr di zucchero semolato, 1 bustina di vanillina, 3 tuorli grandi sbattuti, 250 gr di farina, 150 gr di mandorle in polvere, confettura di lamponi per farcire, mandorle pelate per decorare.
Preparazione
Montate il burro e lo zucchero con la frusta elettrica fino a ottenere una crema soffice. Aggiungete anche la vanillina e i tuorli. Con la frusta accesa unite infine la farina e le mandorle in polvere; formate un panetto, copritelo con pellicola per alimenti e mettetelo in frigorifero per un'ora. Scaldate il forno a 180°C. Foderate con carta da forno le placche occorrenti. Stendete la pasta sul piano di lavoro infarinato allo spessore di 3 mm e ritagliatevi tanti biscotti con un tagliapasta rotondo di 6 cm. Ritagliate un piccolo foro centrale in metà dei biscotti. Impastate tutti i ritagli e formate altri biscotti fino a esaurire l'impasto. Sistemate i biscotti sulle placche e infornate per 12/15 minuti, fino a quando i biscotti saranno dorati, girando a metà cottura le placche per ottenere una cottura unforme. Lasciate intiepidire i biscotti sulle placche per 2-3 minuti, quindi trasferiteli su una gratella e fateli raffreddare completamente. Spalmate metà dei biscotti senza il buco con la confettura di lamponi, chiudete con i biscotti con il buco e decorate con mandorle pelate.
(La ricetta, leggermente modificata, è tratta dal libro: Biscotti e dolcetti, di Carla Bardi, Ed. Gribaudo).
hiperica_lady_boheme_blog_di_cucina_ricette_gustose_facili_veloci_dolci_ciambelline_alla_marmellata_2
04 Apr 16:28

Google wants more speed, dumps WebKit for Blink browser engine

by Lee Mathews
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Google has announced that Chrome will be moving to a new rendering engine called Blink. The new engine will be a fork of WebKit, and Google plans on molding it into something that’s…
04 Apr 16:21

Magic Johnson è orgoglioso del figlio gay

Nonostante l'omosessualità risulti sempre più socialmente accettata, capita spesso che alcuni giornali tentino di presentarla come un qualcosa di morboso pur di fare uno scoop. Ed è così che EJ, il figlio ventenne di Magic Johnson, non si è potuto permettere di camminare mano nella mano con il proprio ragazzo per le strade di Los Angeles senza che una troup televisiva lo riprendesse e tentasse di costruirci uno "scandalo". Ma a prendere immediatamente in mano la situazione ci hanno pensato la madre e il padre (oggi 53enne) che, senza alcun... [leggi tutto]
04 Apr 16:21

Crowdfunding: I cittadini di Rotterdam comprano il ponte per collegare la città.

by noreply@blogger.com (Claudio)
Di questi tempi l’economia è stringente e gli architetti scoprono nuovi modi per dare vita ai loro progetti. Questo bel ponte, che si trova a Rotterdam, è stato pagato direttamente dai cittadini, che hanno donato via internet: il crowd-funding. I Make Rotterdam, Maxwan Architecten e Zones Urbaines Sensibles, hanno raccolto le donazioni attraverso Crowdfunding per realizzare il Luchtsingel, ponte pedonale in legno, che collegherà parti della città, ringiovanendole permettendo ai pedoni di evitare il frenetico traffico sottostante.


Il nuovo ponte, grazie al crowdfunding collegherà il distretto Hofplein con la parte nord di Rotterdam. La previsione originale era di completare il progetto in 30 anni, ma i “founders” ( coloro che hanno partecipato economicamente ) hanno deciso di iniziare a costruirlo appena ricevuta la prima tornata di donazioni.

 
L’ idea è di estendere la lunghezza del ponte quando verranno ricevute ulteriori donazioni: il loro slogan è “Più alte le donazioni, più lungo il ponte”.

Una volta ultimato, il Luchtsingel consisterà di 17 mila assi di legno. Ogni donatore potrà lasciare un messaggio inciso su una tavola. Le iscrizioni potranno essere pubblicità per affari, messaggi d’amore, o semplicemente mostrare il nome del donatore. Un vero e proprio pezzo di Architettura Collaborativa.

Questo progetto è un esempio lampante di una strategia di sviluppo alternativa per le persone dalle persone!


Link:
I Make Rotterdam
Zones Urbaines Sensibles

Photos by Ossip van Duivebode, Design at News
 Fonte


Licenza Creative Commons

Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.
04 Apr 13:04

Costruzioni autosufficienti per Shenzhen: l' efficienza della natura guida l'architettura, ecco i "coltivacieli"

by noreply@blogger.com (Claudio)








Avete mai fatto una passeggiata su un sentiero di montagna? Bene, allora avrete sicuramente notato, magari ad un bivio o in un punto dove le tracce diventavano confuse o poco chiare, quando vi sentivate persi, un tumulo di pietre che stava li ad indicarvi che eravate ancora sulla strada giusta. Ecco, da questa semplice ( ma profonda ) idea, nasce il progetto di Vincent Callebaut, dei "Tumuli Asiatici".

 

Alla fine del 2011, in Cina, il numero di abitanti nelle città ha superato il numero di abitanti nelle campagne. Mentre 30 anni fa solo un cinese su cinque viveva nelle città, oggi il 51,27% della popolazione di 1 miliardo 347 milioni di persone, è cittadino. Questa popolazione urbana potrebbe aumentare fino a 800 milioni di abitanti entro il 2020, principalmente in 221 grandi città da almeno un milione di persone ( in Europa ce ne sono solo 40 della stessa entità ) e 23 megalopoli di più di 5 milioni di abitanti.

















Tumuli di pietre come quelli usati sui sentieri di montagna per segnalare un sentiero. Foto by PLR_Photos







 Secondo Li Jianmin, esperto in demografia, della Tianjiin University, la percentuale di popolazione urbana cinese salirà al 75% entro il 2030! Affrontando questo esodo rurale di massa e la sfrenata accelerazione dell’ urbanizzazione, i futuri modelli di città - verdi, dense e connesse - devono essere ripensati, d’ ora in avanti! La sfida è creare una urbanizzazione fertile a zero emissioni di carbonio e con energia in surplus, il che significa produrre più energia di quella che viene consumata, per conciliare lo sviluppo economico e la protezione ambientale.

Il tenore di vita di ognuno, quindi, sarà non solo rispettato ma crescerà nello stesso momento.
 

Una città più verde
 1.1 - La città verde
Le città sono oggi responsabili di circa il 75% del consumo energetico nel mondo e dell’ 80% dell’ emissione totale di CO2. Il modello urbano contemporaneo è quindi molto dispendioso a livello energetico: da un lato importa benessere e risorse naturali, mentre dall’ altro esporta invece inquinamento e scarti.
Questo loop di flussi energetici può essere evitato: importando dalle campagne circostanti il paesaggio e anche i metodi di coltivazione nel centro città, grazie alla creazione di polmoni verdi, “coltivacieli” e dall’ incremento di centrali a energia solare ed eolica.


I siti di produzione di cibo ed energia saranno così reintegrati al centro dei siti di consumo! Le costruzioni con energia in surplus devono diventare la normalità e ridurre l’impronta inquinante ( emissioni di carbonio ) a medio termine.


1.2 - La città densa
Il modello delle maggior parte delle città odierne, che sostiene la dispersione  urbana ed è basato sulla mono-funzionalità e segregazione sociale, deve essere scartato! Una città più densa, infatti, consuma meno energia di una dispersa. Questa è la fine dei ghetti super sicuri dei ricchi contro quartieri poverissimi!
Questa è la fine dei quartieri-dormitorio, mancanti di qualunque attività, dei quartieri commerciali uniformati disabitati! Questa è la fine dei centri cittadini museo, che combattono con distretti commerciali monofunzionali. Questa è la fine dell’ embolia mozzafiato dei centri cittadini “mangiati” dalle automobili! La fine dell’ esplosione dei trasporti pubblici e privati che divorano le nostre terre, perchè basati su un’ obsoleta separazione geografica di casa e lavoro!


Diversità sociale e funzionale devono essere le parole chiave per costruire città più intelligenti.
Ecologicamente vitale, il nuovo modello di città, densa, verticale e meno sparpagliata costituirà un polo aperto attrattivo e fornirà molti servizi: il sociale sarà reinventato!



1.3 - La città connessa
Una città connessa
Le tecnologie d’ informazione e comunicazione hanno oggi un importante ruolo nello sviluppo delle reti cittadine, e saranno capaci di ridurre l’emissioni di carbonio del 15-20% entro il 2020. Le soluzioni come fibra ottica e sistemi satellitari, per quanto riguarda la comunicazione, permettono oggi,  grazie alle loro applicazioni ( videoconferenze, telelavoro, telemedicina, videosorveglianza, e-commerce, informazione in tempo reale ecc.) di ridurre considerevolmente l’ emissione di carbonio e risparmiare i costi di spedizione, rinforzando allo stesso tempo il dinamismo economico e l’attrattività delle città.


Basate sull’ innovazione, le soluzioni TIC favoriscono la diminuzione  di beni fisici e bisogno di trasporti attraverso la dematerializzazione. Essi sostengono anche una logistica intelligente e la sincronizzazione delle operazioni del processo produttivo. Tutto tende a nuove opportunità di crescita vantaggiosa ed a un risparmio con basse emissioni di carbonio.


Lo sviluppo sostenibile deve pertanto consentire di trovare soluzioni innovative per un' economia resiliente ai cambiamenti climatici, il che è in piena armonia con la biosfera, allo scopo di preservare la possibilità, per le prossime generazioni, di andare incontro ai propri bisogni.



2.  Il Biomorfismo, la Bionica e la Biomimetica al servizio della Ri-naturalizzazione della città.


I più antichi esseri viventi sono apparsi circa 3.8 miliardi di anni fa. In termini di tempo, le società umane sono comparse molto dopo che la natura aveva cominciato a fare i suoi esperimenti. Se anche solo l’ 1% di quelle specie sono sopravvissute adattandosi costantemente, senza ipotecare le generazioni future e senza carburante, la loro sussistenza merita il nostro rispetto, e ci ricorda le leggi della loro proseprità:
La natura funziona principalmente con l’energia solare, usa solamente la quantità di energia necessaria, modella le forme migliori a svolgere determinate funzioni, ricicla tutto, scommette sulla biodiversità, limita gli eccessi dall’interno, trasforma le avversità in opportunità e gli scarti in risorse, migliora le competenze localizzate.
Basandoci su questi miliardi di anni di ricerca e sviluppo, i nuovi approcci all’ innovazione, atti a modificare il bilancio del carbonio, ci guidano a tre ulteriori scale operate dalle attuali biotecnologie: le forme, le strategie, e gli ecosistemi.


Termitaio con particolare dell' interno. Fonte
2.1 Il biomorfismo: È basato solo su forme naturali.

Esempi: le ali verticali dell’ aquila delle steppe, la forma spiralata e idrodinamica del nautilo, il sistema di ventilazione nei termitai.


2.2 La bionica: è basata su startegie di sussistenza, processi di produzione naturali. Esempi: la plasticità delle foglie di ninfea, la struttura iper-resistente degli alveari in nidi di api.

2.3 La biomimetica: si basa su ecosistemi maturi e tende a riprodurre,  tutte le interazioni presenti in una foresta tropicale, ad esempio l’uso di scarti come risorsa, la diversificazione e la cooperazione, la riduzione dei materiali allo stretto indispensabile. Esempi: l’agricoltura autogenerativa, la riproduzione del processo fotosintetico ( pricipale fonte energetica dell’ umanità ), la produzione di bio idrogeno dalle alghe.

Mentre la funzione primaria dell’ architettura, fin dalla notte dei tempi, era quella di proteggere l’uomo dalla natura, il tentativo delle città moderne è l’esatto opposto: riconciliare finalmente l’uomo con gli ecosistemi naturali! L’ architettura diventa metabolica e creativa; Le facciate diventano epidermidi organiche e rigenerative. Sono materia in movimento, coperte da piante libere, regolandone continuamente la forma e quindi funzionalità. I tetti diventano il nuovo terreno della città verde, il giardino non è più piazzato a contatto con l’abitazione, è l’abitazione! 

L’ architettura diventa coltivabile, edule e nutritiva!
L’ architettura non è più stabilita sul terreno ma è piantata nel suolo e scambia con esso il materiale organico come risorsa naturale.

Un nuovo modello di città intelligente

3. “Tumuli asiatici” verso un nuovo modello di città intelligente.

Beneficiando della sua posizione geografica privilegiata, nel cuore della megalopoli cinese nel delta del Fiume delle Perle, Shenzhen ha visto uno spettacolare sviiluppo economico e demografico.
Da quando Hong Kong è tornata a far parte della Cina, le due città si sono fuse e costituiscono oggi una delle più grandi metropoli cinesi, con più di 20 milioni di abitanti!

In questo contesto di incredibile crescita e urbanizzazione accelerata, il progetto dei “Tumuli asiatici” si batte per la costruzione di un polo multifunzionale, multiculturale ed ecologico. È un progetto per costruire un prototipo di città densa, verde intelligente connessa, del TIC, e disegnata in base all’ambiente dalle biotecnologie!


Shenzhen vista dall' alto. Foto di Jakob Montrasio

3.1 Tre eco-spirali intrecciate
Il progetto principale è disegnato sotto forma di tre spirali intrecciate che rappresentano i tre elementi cioè fuoco, terra e acqua, al centro dei quali si trova aria. Ogni spirale si arrotola intorno a due torri megalitiche a formare ecosistemi urbani, aumentando la biodiversità nel cuore della città sotto forma di vasti frutteti pubblici e campi di agricoltura urbana.
Grandi bacini di viticoltura e vaste lagune di fito-depurazione riciclano le acque scure uscenti dalle fattorie verticali abitate.

3.2. Sei “Coltivacieli” multifunzionali
Le sei torri agricole, che costituiscono un “triangolo d’ oro” adoperano una programmazione multivariata, sovrapponendo le varie coltivazioni dei “coltivacieli” portate a termine dagli stessi abitanti. Come il nostro progetto Dragonfly a New York, lo scopo è di riportare la campagna nella città e di rigenerare i metodi di produzione del cibo all’interno dei siti di consumo. Le torri megalitiche prendono spunto dai tumuli, cumuli di pietra artificiali presenti in montagna per tracciare i sentieri escurionistici.


Con un utilizzo intelligente della costruzione, queste sei torri concentrerano le funzioni di abitazione, ufficio, luoghi di svago, nei sassi, sovrapponendosi l’un l’altro su una colonna centrale. Questa colonna centrale costituisce l’ ossatura strutturale di ogni torre.
Essa indirizza i flussi umani, distribuisce le risorse naturali e “digerisce” gli scarti smistandoli, per dare un compost selettivo.


Vero e proprio quartiere cittadino di blocchi impilati, questi tumuli rendono lo spazio urbano più denso, ottimizzando anche la qualità della vita dei suoi abitanti, riducendo il bisogno di mezzi di trasporto, inserendo una rete di automazione locale, la ri-naturalizzazione degli spazi pubblici e privati, e l’ integrazione di energie pulite e rinnovabili.

Questi sei “coltivacieli” sono torri pioniere, che mirano ai 10 obiettivi seguenti:


Particolare di uno dei "sassi" che compongono il tumulo.
1 - Diminuzione dell’impronta ecologica di questo nuovo quartiere ecologico verticale, favorendo il consumo locale grazie alla sua autosufficienza  e la riduzione del bisogno di strade, ferrovie e trasporti fluviali.

2 - Reintegrazione dell’ impiego locale nei settori primario e secondario, co-producendo i prodotti organici freschi per gli abitanti che, inoltre, torneranno a conoscere i metodi di coltivazione e produzione.



3 - Riciclo in cicli brevi e chiusi di rifiuti organici liquidi e solidi, delle acque usate, mediante compostaggio anaerobico e pannelli di alghe verdi che producono biogas da fotosintesi accelerata.



4 - Economia del territorio rurale, riducendo la deforestazione, la desrtificazione e  l’inquinamento delle falde freatiche.



5 - Ossigenazione dei centri cittadini inquinati, la cui aria è saturata da particelle di piombo.



6 - Produzione agricola verticale urbana di frutta e verdura limitando il sistematico ricorso a prodotti fitosanitari chimici, insetticidi, erbicidi e fertilizzanti di sintesi.

7 - Risparmio della risosrsa idrica grazie al riciclo delle acque urbane, della pioggia e dell’acqua evapo-traspirata dalle piante.



8 - Protezione della biodiversità e sviluppo di cilci ecosistemici nel cuore della città.



9 - Diminuzione dei rischi sanitari attraverso la scomparsa di pesticidi nocivi per la salute e la protezione totale della fertilità e purezza delle falde freatiche.



10 - Diminuzione del ricorso a carburante fossile, necessario per l’ agricoltura tradizionale a lungo ciclo, per la refrigerazione e il trasporto dei prodotti3.3. Centinaia di “sassi” bioclimatici con energia in surplus


Ogni componente del tumulo è un vero eco-quartiere di questo nuovo modello di città verticale. Stutturalmente sono fatti di anelli d’acciaio che si inarcano intorno al doppio ponte orizzontale. Questi anelli sono collegati alla colonna vertebrale centrale da travi Vierendeel che consentono la massima flessibilità e spazialità modulare. Queste grosse travi formano un piano a croce che accoglie la programmazione individuale di ogni pietra. Gli spazi interstizi tra questo incrocio e la “pelle” del megalite, accolgono grandi giardini nutritivi sospesi sotto forma di serre produttive. 
 
Giardini indoor

Vere rocce viventi, giocando dalla loro posizione a strapiombo, i sassi cristallini sono eco-progettati dalle energie rinnovabili. Un’ epidermide a cielo aperto di cellule fotovoltaiche e termosolari, così come una foresta di turbine eoliche copre i tetti culminanti, punteggiati da frutteti sospesi e orti.

Ogni sasso presenta inoltre un bilancio energetico positivo sia dal punto di vista elettrico che dal punto di vista calorifico e del cibo.

Il progetto “Tumuli Asiatici” sintetizza la nostra filosofia architetturale che trasforma le città in ecosistemi, i quartieri in foreste e le costruzioni un alberi maturi, trasformando così ogni vincolo in opportunità e ogni spreco in risorsa naturale rinnovabile.

© Vincent Callebaut Architect

Tradotto da ZeitNews, fonte originale Vincent Callebaut
Tutte le immagini del progetto dal sito di Vincent Callebaut
02 Apr 21:31

Benvenuta primavera!

by noreply@blogger.com (Eliseo Oberti)
 
Una passeggiata nel verde per festeggiare la primavera.
Lo scenario intorno al parco del Golf Albenza, nei pressi di Almenno San Bartolomeo (Bg), è stato all’altezza del primo giorno di sole di questa stagione che speriamo regali molte altre giornate di sole e di azzurro.
Abbiamo trascorso troppe ore per troppi giorni rinchiusi nel Wanderer grazie alla pioggia, alla neve e al freddo di queste ultime settimane.

 
 
Il verdissimo scenario dell'Albenza








 
 
 
Per visualizzare le foto in dimensioni maggiori cliccare sull’immagine. Chi fosse interessato a vedere altre fotografie del viaggio ci chieda amicizia in Facebook cliccando qui : www.facebook.com/eliseo.oberti
Altri link dell’autore:
Il canale in You Tube dove trovare tutti i minivideo di Gentleman Gipsy:
La pittura:
Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo come lo vedo io:
I libri pubblicati:
28 Mar 08:20

MenuMate: Put Your App’s Menus Anywhere

by Paula DuPont

There sure are a lot of keyboard shortcuts to remember, especially in some of the bigger third-party apps. I’ve pretty much given up memorizing them all, and usually just look to the menus to find what I want. The problem is that always going to the menu, especially if I’m in an app that uses a lot of menu commands like an image editor, is that I’m being constantly pulled out of the workspace and away from what I’m actually doing.

MenuMate is a nifty little app that will sit in your menu bar or disappear altogether until its needed, but once triggered, it gives you all your application’s menu items to choose from, right where you’re working. We’ll try out MenuMate and see if it’s the timesaver it claims to be and really solves the shortcut problem … and then give you the chance to win a free copy of MenuMate!

Keep Your Hands to Yourself

MenuMate works great if you never want to take your hands off of your keyboard, and I know there are more than a few users out there who feel this way. If it can be done with a keyboard shortcut, that’s absolutely the way to go, right? I’m with you, but we all sometimes need to get into the options that are only available in the menu bar. At that point, you’ll have to drag your hand away from your precious keyboard and use your mouse to get at all those necessary commands.

Instead of relying on the menu bar, though, MenuMate puts your application’s menu bar items anywhere you want. With the application active, hit the Option+Z keyboard shortcut, and you’ll get the application’s menu bar options as a flyout wherever your mouse cursor is. You can then use your keyboard, including the arrow keys, to move around the menu. If you need to get rid of MenuMate, hit Esc, and you’re back to what you were doing before.

Those are a lot of options, right there in my workspace.

Those are a lot of options, right there in my workspace.

Maybe it’s not such an ordeal for you to use your mouse, though. It may actually take more effort to learn a new shortcut than to switch over to your mouse. In that case, you can set a mouse button as the trigger for your MenuMate flyout. Just remember you can’t use the left or right buttons, as that would just be silly and cause all sorts of problems.

If you don’t like the defaults for your keyboard shortcut or mouse button, you can edit either by clicking on the MenuMate icon in the menubar. Each will have to be edited separately, but that’s easy enough to do. It’s probably a good idea to check that your new shortcut isn’t already assigned elsewhere, though; try it out in the apps where MenuMate’s likely to get the most play before making the change (I learned this one the hard way).

Set a shortcut that's easy to remember and won't conflict with anything else.

Set a shortcut that’s easy to remember and won’t conflict with anything else.

Making the Most Out of It

MenuMate is likely going to find the most use in apps where you’ve got a lot of keyboard shortcuts but can’t seem to remember them all. There are just a ton in Photoshop, and while they can do a lot of good things and save a lot of time, I’m never going to remember them all. Everything I need to remember is up there in the menu, though, and I just have to take a trip up there to get to what I need.

But I don’t have to make the choice to either remember everything or pull myself out of what I’m doing and drag my mouse cursor to the top of my display. Instead, a quick keystroke or mouse click, and everything I need but always forget is right there where I’m working.

The menu changes based on which application you're using.

The menu changes based on which application you’re using.

The MenuMate flyout isn’t customizable like the shortcuts, but that’s okay, because it integrates well with OS X. I’m always worried that utility apps that have to assimilate into everything else I’m doing are going to stick out, but MenuMate fits in perfectly with pretty much all of my apps. It would be nice to bring it more inline with some of the third-party apps that make something like MenuMate so necessary to begin with, but the stark white menu against my various app workspaces doesn’t detract from what a great app MenuMate is.

If you want MenuMate to run invisibly, you can even hide its menu bar icon.

If you want MenuMate to run invisibly, you can even hide its menu bar icon.

Final Thoughts

MenuMate is a great tool to have if you’re trying to get a lot done. Those of us who use our Macs for work often depend on applications that perform a lot of complicated functions in one place. Some of these bigger, feature-rich apps are almost entirely dependent on keyboard shortcuts or lots of options in the menu bar. MenuMate keeps you from having to leave what you’re doing to find it all.

A quick shortcut, and you have it all at hand. MenuMate is quick and unobtrusive, only popping into view when you need it. You can even turn the menu bar icon off, leaving MenuMate to wait quietly in the background until needed. It’s the sort of app that scratches an itch you didn’t know was there, and it does so elegantly and intuitively.

Last but not least…

Oh wait: we did mention a giveaway, didn’t we?

Yup. We’ve got 10 copies of MenuMate to giveaway this week. Just comment below, letting us know what apps you’re most looking forward to using with MenuMate, and you’ll be entered in the giveaway. Share the post on Twitter, App.net, or Facebook, and share the link to your post in another comment here for an extra entry.

Hurry and get your entries in; we’re closing our giveaway on April 3rd.

Envato staff or those who have written more than two articles or tutorials for AppStorm are ineligible to enter.



27 Mar 21:08

The Apps We Use: Matthew Guay

by Matthew Guay

Hey, it’s Matthew, the editor here and on Web.AppStorm. Ever wondered which apps I use to get my work done each day?

For the past few weeks, we’ve been running a series of articles about the Apps We Use, letting you get a peek into the workflow of each of the writers on our team. I’m up this week, and here’s the apps that are most important to me — the apps I require to get work done, productively, on my Mac.

The Hardware

My MacBook Air, non-Retina Display and all

It may be the apps that really count, but it still takes an honest-to-goodness Mac to run all of those great Mac apps we write about. For me, that Mac is a mid-2012 13″ MacBook Air, with the default specs aside from a factory upgrade to 8Gb ram. It’s an awesome machine, getting 6-7 hours on battery easily, and the only problem is that my 128Gb internal SSD feels a bit too cramped. Cloud apps don’t help, but my USB3 500Gb external WD hard drive keeps me from going crazy. I run virtual machines off of it, which run great, and offload most of my movies and photos to it. I’ve also got a Nifty MiniDrive for extra storage, which has become my go-to place for downloads and other forgettable files.

Beyond that, I’ve got an AirPrint-enabled HP Photosmart 3-in-one printer, an iPhone 5 (black, if you must know), and an iPad 1 that my wife uses mainly these days. I’ve also got an awesome little Alcatel onetouch 3G USB dongle to keep me connected to the ‘net on the go. Oh, and a set of original Apple Earbuds and the newer EarPods; I still like the older ones better. That’s the entirety of my tech setup.

The Most Important Apps

Then, there’s the apps I rely on, which make my Mac my Mac. I have tons of apps, but there’s really only a (largish) handful of apps that I really couldn’t live without. Those would be:

Safari

My #1 most used app, hands-down.

For me, the browser I open every day is Safari. Why? OS X integration. It feels the most integrated, with swipe-to-go-back and pinch-to-zoom that works as you’d expect: beautifully. Also, I can keep bookmarklets in the bookmarks bar, then tap CMD+number to use them without ever having to go to my mouse. I switched back to Safari from Chrome after Lion was released, and haven’t really looked back. It’s great. I do keep Chrome around, to run sites that use Flash so I can keep Safari Flash-free.

Sparrow

It’s still how I send 99.9% of my emails.

I know, I know: I need to switch to a new email app. Sparrow’s the only dated and essentially unsupported app in my workflow, and I really should have switched to Mail.app way back. But Sparrow just works the way I want, with quick in-line replies only an alt+r away, and great integration with archiving and Gmail tags. With 3 Google Apps based accounts to keep up with, and easily over 3-4 dozen emails per day, I need an email app that’s fast and efficient, and Sparrow still hits the spot for me. Here’s to hoping that the upcoming .Mail app can fix my Sparrow addiction.

Dropbox

Sorry iCloud. You still haven’t won my heart.

Dropbox is where all of my files live. No joke. Ever since I went pro, I’ve used Dropbox to store just about everything, and have come to rely on it for my notes, pictures, password sync, website backup, documents, and so much more. It’s awesome, consistently works great, and since you can selectively sync folders, I even use it to keep some larger folders off my Mac.

1Password

I’d be more than lost without 1Password. Seriously.

Let’s just say that I have nearly 350 passwords in 1Password, and I couldn’t tell you more than maybe a half-dozen of them. Instead, I use 1Password’s password creator to make all of my new passwords as random as they can be, and just remember my insanely-long master password for 1Password. It’s the only way I can get into most sites, including all of my work sites, and is easily most important apps I have. Best thing is, I can check my passwords online from Dropbox, from my phone with the amazing new iPhone app, and even from a Windows PC.

Alfred 2

Soooooo much more than just search

Alfred 2 is one of those apps that you have to use daily to really appreciate — and you’d better have the powerpack when you’re trying it, too. At first I didn’t get the appeal of Alfred; Spotlight seemed to be plenty for my needs. Then, I finally tried it, complete with the powerpack, and fell in love. The latest version and its workflows are better than ever, and I use it daily for everything from searching my Mac and launching apps to custom-searching AppStorm sites, translating text, creating new plain-text notes, taking the formatting out of text while pasting, and so much more.

iA Writer

The place where almost every word I write gets typed

iA Writer was the first app I purchased on the Mac App Store — for $17.99, mind you — and it’s easily been one of my best purchases ever. It’s the writing app I use all day, every day, whether I’m writing on my Mac or iOS device. The beautiful Nitti Light font, clean interface, and lack of buttons makes it the perfect place to pen your thoughts, and its Markdown support makes taking your writing from idea to HTML as simple as it could be. I use it for writing everything from articles to my notes, now that I’ve switched from using Simplenote to using plain-text notes synced in Dropbox. A quick Alfred search, and I’m reading or editing my notes in iA Writer.

For coding, the incredibly popular Sublime Text 2 is my main app, and I’ve even switched to writing my Markdown/plain text stuff in it from time to time, but still come back to iA Writer every time. This past week, the new Textastic for Mac has become my main coding app, and it looks like I’ll be keeping it around. It’s really nice, too, for light coding.

OmniFocus

Where everything I need to do lives. Really.

There’s tons of things I need to do each day, and OmniFocus is how I keep up with everything. It’s the best productivity app if you’re really wanting to keep up with a ton of stuff, complete with due dates, recurring tasks (that are easy to setup), notes, with all of that wrapped in an interface that’s not tons different than a text editor. I can’t wait to get my hands on OmniFocus 2, but even OmniFocus 1 still beats every other productivity app on the Mac, hands-down, for me. And yes, I’ve tried most of them.

There’s two other similar apps I use as well: Clear and Fantastical. Clear is where I put quick lists: the store list, movies I’d like to watch, and so on. Fantastical is how I keep up with appointments and other calendar events. All together, they work out to make a pretty nice productivity solution that’s not too overwhelming.

Preview

The best feature in OS X: Preview

Now here’s the most underrated feature in OS X: Preview. That little app is awesome, and if you’re not using it daily, you should. You might notice I have no screenshot apps listed; that’s because the built-in screenshot tools in OS X are all I need, at least 99.9% of the time. I then can quickly open images in Preview and resize them for our site here, or just save them in another format. It’s also how I convert .icns files to png icons for our articles here, as well as how I fill out PDF forms, sign documents with my MacBook’s camera, merge pages in PDFs, and more. It’s awesome

I do also have Photoshop CS6 on my Mac, and use it tons as well, even for screenshot work. Another handy tool for the same purpose is Automator, another underrated built-in Mac tool that’s great, say, for bulk-resizing photos.

Fluid

My Fever feeds, in Fluid

I use tons of web apps, both in my work at Web.AppStorm and also just in the process of working online. I have separate Gmail and Google+ accounts for both AppStorm sites I edit, and signing in-and-out from Safari all day isn’t fun. That’s where Fluid comes in, giving me a way to turn each of those accounts into an app of sorts, so I can be logged into as many Google accounts as I need to be. Plus, it’s great for checking my feeds in Fever now that I’ve switched to it from Google Reader, since there’s no native Mac app for it yet.

Transmit

The way I publish to my own blog

I’ve self-hosted my own blog, Techinch.com, for years, first using WordPress and now using the flat-file CMS Kirby. That means I need a simple way to publish files via FTP, since everything I write on my site is in a plain text file that has to be uploaded. And, of course, whenever I want to change my CSS or tweak something else on my server (or install something like Fever), the handy FTP app is needed again. For me, that app is Transmit. It’s fast, simple, and works great syncing folders. Best of all, it works great for Amazon S3 too, so I can keep my photo archive there on the cheap.

VMware Fusion

Yup, it’s Windows 8 on my Mac

There’s one thing I really love doing just for the fun of it: running other operating systems in virtual machines on my Mac. That’s where VMware Fusion comes in. I keep a library of almost every semi-modern version of Windows and Office installed, as well as Ubuntu and a testing OS X machine, along with whatever else I’m playing with that week. It’s a fun way to push your hardware to the limits, stay informed about the other side, and have fun. That is, if seeing how little ram Windows 8 can run — or learning more about Linux — with is your definition of fun.

The Other Apps

That’s not all of the apps I use, but it’s the most important ones. There’s a handful more, though, that really should get a mention since I find them so handy. So here goes:

  • TextExpander: I don’t use it nearly as much as I should, but even the amount I do use it is enough to keep it around. Great for speeding up typing for those repetitive things we all have to type.
  • PopClip: The little, iOS style text selection popover that’s turned out to be quite the handy little tool. It’s one of my must-haves, even if it’s tiny.
  • Boom: A little app that gives your MacBook’s speakers an extra boost, Boom is a rather essential app for me since my wife and I use the MacBook as our main way to watch movies. And it really does work great.
  • CloudApp: Still the best way to quickly share files online, which I use daily.
  • Tweetbot: The best way to use Twitter on a Mac, especially if you have a ton of accounts to manage for work (as I do). Also, a hat-tip to Wedge, a similar app for App.net that I use daily, though it’s a bit rough around the edges.
  • Soulver: What a calculator/spreadsheet should be.
  • Skype: It’s far from perfect, but it’s the way I make calls from my Mac, both to real phones and to other Skype users. It’s rather irreplaceable.

That’s about it for me. There’s a ton more apps I use from time to time, even weekly, but these are the main ones that get me through the day.

Any apps you think I should change out? I’d love to hear your thoughts below!



27 Mar 21:07

OS X Needs a Built-in Translator

by Jacob Penderworth

Living in a diverse world comes with consequences. It’s great to see people who are not stereotypical and actually go above and beyond what others consider normal behavior, but when it comes to languages, you can’t learn them all. It’s estimated that there are nearly 7000 different spoken languages in the world.

Since there are many perusers of the Internet who know only their native tongue, reading a bit of international writing on the Web can become tedious. People that often find themselves browsing foreign websites typically use Google Chrome for its integrated translation functionality. But why doesn’t OS X have that built-in?

OS X Supports Lots of Languages

Apple cares about international support, just not in a connective way.

Apple cares about international support, just not in a connective way.

If you look through your the Language tab of Language & Text in System Preferences, you’ll find around 140 options. In the Regions tab you’ll find proof that you can be anywhere in the world and use your Mac happily. Even the Input Sources tab shows how well Macs will hold up globally. There are all kinds of different options for nearly any language used in the world today, yet still there’s no way to translate them without a third-party app.

Integration, Starting with Dictionary

A small number of additional languages are supported in Dictionary.

A small number of additional languages are supported in Dictionary.

I’d like to see some integration with the current OS X Dictionary. It’s currently very simple, yet powerful. In the long run, though, it’s capable of so much more. There are only 12 languages in the current version of Dictionary and it doesn’t offer a connection between them. You can use the All tab to search through multiple languages, but if you can’t read French then how are you supposed to know what the definition means?

I use One World Dictionary to translate foreign words in Safari. Problem is, it’s not as simple as tapping a word with three fingers. And cool features cost.

Ascendo's One World Dictionary is the ideal solution to a bilingual dictionary in OS X.

Ascendo’s One World Dictionary is the ideal solution to a bilingual dictionary in OS X.

OS X should have a bilingual dictionary option available. There should be some way to connect your language with the one you want to translate to, rather than keeping them separate. Just imagine how much more useful the app would be to students and even teachers. Apple would be praised for such a wonderfully simple way to understand a different language. To the same degree, a person who hasn’t studied any foreign language can be introduced to one.

Third-Party Plugins for Dictionary are Available

A simplified Chinese to English dictionary.

A simplified Chinese to English dictionary.

There are currently some great bilingual dictionaries available for the Mac’s Dictionary app, but they’re a big harder to find than they should be. Apple’s old downloads website was the place you could find extra dictionaries, but now you’ll have to resort to 3rd party websites to find, say, an English to Chinese dictionary, or the Thai to English dictionary our editor uses. There’s one very good thing: if you have a 3rd party dictionary that integrates with Dictionary, it does integrate very nicely, showing the extra language definitions in Dictionary or with a three-finger tap.

What the company needs to do is add a way for users to find these third-party Dictionary plugins. The Mac App Store won’t work because of its sandboxing limitations and submission guidelines. Instead, there should be a dedicated page, just like with Safari extensions, that guides users to what they’re looking for. Right now the only way to find something is Google, and still some of the results are found on the extinct Apple Downloads page, which is of no use.

Complete Support Throughout the OS

Why can't translating something be this easy? Or even the whole page?

Why can’t translating something be this easy? Or even the whole page?

The overall goal for a translation service in OS X would be universal application for the entire operating system. It should be something that’s available on the right-click menu for all text. Apple could even take it a step further and pull text from an image — using technology similar to that of Google’s in Goggles — to translate it for you. This could be something available on mobile devices as well with synchronization between the platforms and the ability to add favorite words.

Many Possibilities with A Limitation

So much can be done with a simple translator in OS X. The problem is that Apple doesn’t currently possess a service like Google Translate. Language support is growing with every release of the operating system, but the company would need to build a database in order to provide live translation (and hopefully — someday — and offline mode). With all its money, Apple could acquire an app like the aforementioned One World Dictionary and turn it into something great. Then again, it could nearly start from scratch like it did with Maps — let’s hope not.

Translation doesn’t seem like something on its main roadmap right now, but who knows: Apple may just think that further connecting the world is a good thing.

There’s Always Alfred

When in doubt, use Alfred, right? If you’ve got version 2 or later of the utility, grab the great little Google Translate extension for it off GitHub. It will simply translate the text you’ve selected to a language you specify (during the setup process) and then copy it to your clipboard. Not the most useful in all situations, but it’s better than nothing.

Ok: So What do you think?

What do you think of the idea of translation built-into OS X, and if you like it, how do you envision it being implemented?

Dictionary icon by Susumu Yoshida



27 Mar 21:05

Ladri di cadaveri

by bizzarrobazar

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La storia della medicina e dell’anatomia non è mai stata tutta rose e fiori, come avrete certamente scoperto se avete curiosato un po’ fra i nostri post. Nei secoli scorsi era in particolare la dissezione anatomica a sollevare le più furiose polemiche (paradossalmente spesso più di ordine morale che religioso, come abbiamo spiegato in questo articolo), perché la sua pratica interferiva con un’area sociale che gli antropologi definirebbero “tabù”, ossia il culto dei morti e del cadavere.

In Gran Bretagna, fin dal 1752, era in vigore una legge che consentiva la dissezione a fini medici unicamente sui cadaveri dei criminali condannati alla pena capitale. Ma il sapere scientifico all’epoca stava crescendo in fretta per importanza e scoperte, e velocemente si creavano le basi per quella che sarebbe divenuta la moderna medicina. Quindi, soltanto cinquant’anni dopo, la “scorta” di criminali giustiziati era troppo scarsa per riuscire a soddisfare la domanda di cadaveri delle Università e delle facoltà di anatomia.

Già nel 1810 venne creata in Inghilterra una società anatomica i cui membri avevano lo scopo di sollecitare presso il governo l’urgente modifica della legge; ma nel frattempo c’era chi aveva cominciato ad arrangiarsi in altro modo.

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Alcuni delinquenti compresero subito che i professori avrebbero pagato piuttosto bene per un cadavere fresco su cui eseguire una dissezione durante le loro lezioni, di fronte a un sempre crescente numero di studenti; così, attratti dalla possibilità di un facile guadagno, cominciarono un macabro commercio di salme.

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I body-snatchers (“ladri di corpi”) agivano di notte, dissotterrando morti sepolti di recente, e trasferendoli di nascosto nelle facoltà scientifiche; divennero presto una realtà diffusa soprattutto nella città di Edimburgo, dove aveva sede la più prestigiosa università di medicina, la Edinburgh Medical School. Sembra addirittura che alcuni cunicoli sotterranei collegassero i sobborghi più malfamati della Old Town con il Royal Mile, l’arteria principale dove aveva sede la scuola: in questo modo i body-snatchers, dopo aver sottratto i cadaveri dal cimitero, riuscivano a portarli indisturbati e nascosti fin sotto all’ingresso della Surgeon’s Hall.

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In breve tempo la situazione sfuggì di mano, e si diffuse la paranoia nei confronti dei cosiddetti resurrection men (“resuscitatori”, un altro nome dei ladri di cadaveri). C’era chi faceva la ronda tutta la notte attorno alle tombe fresche, e chi poteva permetterselo costruiva pesanti sarcofaghi di pietra; i più poveri si accontentavano di seppellire rami e bastoni attorno alla bara, per rendere la riesumazione più complessa e lunga.

Intorno al 1816 vennero inventati i mortsafes, enormi gabbie di ferro o pietra, di forme differenti. Spesso si trattava di complicate strutture in metallo pesante con sbarre e placche, assemblate con bulloni o saldature. I mortsafes si piantavano attorno alla bara, e potevano essere aperti soltanto da due persone armate di chiavi per i lucchetti. Venivano lasciate in posizione per sei settimane; quando il cadavere era rimasto sepolto sufficientemente a lungo per non fare più gola, venivano rimosse e riutilizzate.

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Ci si spinse oltre: la pistola cimiteriale veniva caricata e montata nei pressi di una tomba fresca. Il meccanismo le permetteva di girare su se stessa liberamente, e agli anelli venivano attaccati gli estremi di tre corde che venivano fatte passare attorno al luogo dell’inumazione; se un ladro, avvicinandosi nel buio, avesse inavvertitamente urtato una delle corde, la pistola si sarebbe girata nella sua direzione, facendo fuoco.

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Questo tipo di mercato clandestino si stava facendo davvero pericoloso. Alcuni ladri di cadaveri mandavano, durante il giorno, delle donne vestite a lutto, spesso con bambini in braccio, a controllare se fossero state installate pistole o altre difese nei pressi delle tombe; i guardiani del cimitero, a loro volta, avevano imparato ad aspettare l’arrivo del buio per montare questo tipo di armi. Insomma, in retrospettiva, non stupisce che prima o poi a qualcuno venisse l’idea di “saltare” il passaggio più problematico, quello del cimitero appunto, e di procurarsi i cadaveri in modo più diretto.

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Ad arrivarci per primi furono William Burke e William Hare che, con la complicità delle loro compagne, uccisero in meno di due anni 16 persone, rivendendo i loro corpi all’Università. Vennero scoperti e, una volta finito il processo nel 1829, Hare fu rilasciato, ma Burke finì impiccato; con esemplare contrappasso, il suo corpo venne dissezionato pubblicamente e ancora oggi potete ammirare presso il Museo del Surgeon’s Hall di Edimburgo il suo scheletro, la maschera mortuaria, e un libro rilegato con la sua pelle.

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Lo scalpore suscitato da questa vicenda, e il disgusto pubblico per il traffico di cadaveri, ebbero un impatto fondamentale per la promulgazione, nel 1832, dell’Anatomy Act; una legge che diede più libertà ai dottori e agli insegnanti di anatomia, permettendo loro di utilizzare per le dissezioni didattiche anche i corpi non reclamati, e incentivando la donazione spontanea con determinate forme di retribuzione (a chi decideva di “prestare” le spoglie di un parente stretto sarebbero state pagate le spese del funerale).

L’Anatomy Act si rivelò efficace nel porre fine al fenomeno dei body-snatchers, e la pratica del traffico di cadaveri per studio medico scomparì quasi istantaneamente.

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27 Mar 21:05

IN EUROPA STA NASCENDO UNA DITTATURA. FUGGITE SCIOCCHI !

L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi.Trovo questo bel post sul blog di Alberto Bagnai, ad opera di Alex, che così riflette:

 

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L'unica cosa amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno piano piano distrutta.

Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie, ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di un passato ancora recente.

 

Lo stesso concetto di dittatura non è antico: nessuno si sognava di chiamare "dittatori" il re Sole, il Papa o l'imperatore di turno. E' un concetto nuovo.

 

Fatto sta che l'abbiamo introiettato molto bene, al punto che vediamo dittatori dovunque, persino in leader democraticamente eletti (vedi Chavez o Ahmadinejad) o addirittura in comici col blog. Ma quando si tratta di noi, ehh: la dittatura è l'elefante nella stanza. Nessuno riesce ad accorgersene.

 

Forse perché si tratta di una declinazione di dittatura finora inedita. Nell'immaginario, il dittatore ha una faccia cattiva, impone le sue idee al popolo con gli eserciti, e sbatte i dissidenti in gabbia o alle torture. Ora sembra che non ce ne sia più alcun bisogno: il dittatore non ha un nome e cognome, anzi si nasconde in una massa amorfa di oscuri burocrati. L'esercito di cui si serve? Stampa, media e politici compiacenti o corrotti. L'arma principale? La shock economy, eventi che terrorizzano i cittadini e li rendono consenzienti a qualsiasi nefasto provvedimento passi per indispensabile. I dissidenti? Nessun problema: li si lascia a sbraitare nel recinto di Internet, che danno vuoi che facciano. Una dittatura il cui scopo è l'impoverimento generalizzato e il controllo da esso derivante, non ha bisogno di sparare un colpo: stiamo consegnando tutto senza fiatare.

 

Qualcuno obietterà che non è vero, che tanti si stanno accorgendo di ciò che accade. Ah si? Beh io non credo. Come scrive ancora Bagnai nel suo libro, quando i partigiani andarono in montagna non si preoccuparono dell'inflazione, della perdita di potere d'acquisto, del mutuo in euro. Quando c'è da combattere si combatte, costi quel che costi. Noi non siamo ancora pronti. Siamo ancora come quelle famiglie ebree che nel '36 consegnavano l'oro, consegnavano i pianoforti, pensando che presto sarebbe finita e peggio di così non poteva andare. E invece, si è visto com'è andata. (Su questo passaggio non mi trovo d'accordo - Elia)

 

Noi stiamo consegnando oro e pianoforti per paura dei finti mostri che ci hanno dipinto, e alla fine perderemo tutto senza avere più nulla per cui combattere. Vogliamo davvero ridurci così?

 

L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi e l'unica è svignarsela, le difficoltà successive le affronteremo poi, ci penseremo dopo come si sono detti i partigiani scalando la montagna. Ora il pensiero è uno, e uno solo, e questo dobbiamo chiedere con forza a chi ci rappresenta:

 

 

Fuggite, sciocchi!

 

FONTE: terrarealtime.blogspot.it - Tratto da: perchiunquehacompreso.blogspot.it

26 Mar 19:28

Si…viaggiare…..

by iscritto

Io vorrei proprio partire. Avrei bisogna di vivere dentro al verbo andare. Avrei bisogno di ridurre il mio spazio vitale nel piccolo parallelepipedo del nostro nano-camperino e di vivere in stretto contatto fra le zampe dei miei cani, gli abbracci del galletto e i baci della gnoma. Avrei bisogno di vivere lenta, lenta. Di pensare al girovagare, con i piedi e con la testa. Di lasciare sospendere i pensieri fra fette di cielo che non conosco. Di annusare erba di prati che iniziano a rinascere. Non fa nulla se piove. Se il cielo continua a bussare sulla testa. Non ho voglia di un riparo troppo comodo e troppo grande. Ma dello spazio tendente all'infinito piccolo e probabilmente al proporzionalmente umido. Qui vedo i semi di un prossimo futuro germogliare e annuso l'effervescenza dei preparativi. E per essere pronta voglio creare il mio personalissimo stato di pausa.
LA COLOMBA A LIEVITAZIONE NATURALE VEGAN E SENZA ZUCCHERO



per il poolish: 120 gr di pasta madre 120 gr di farina di farro integrale 150 gr di acqua
per l'impasto:
450 gr di farina di farro integrale
50 gr di fecola di patate 20 gr di semi di lino
100 gr di mandorle spelate 125 gr di yogurt di soia naturale 1 cucchiaino di sale 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
100 ml di latte di soia 1 mela e 1 arancia o in alternativa succo di mela 80 gr di uvetta
1 limone
1\2 cucchiaino di vaniglia
1 cucchiaino di polvere d'arancia
50 gr di canditi al malto
per la copertura: 2 cucchiai di malto di riso 80 gr di mandorle spelate 1 cucchiaio di acqua
La sera precedente preparare il poolish:
- sciogliere la pasta madre nell'acqua e unire la farina fino ad avere un impasto molto morbido, metterlo in una ciotola, coprirlo e farlo riposare tutta la notte

La mattina successiva: - ridurre a farina i semi di lino, con l'aiuto di un tritatutto o di un macina caffè
- ridurre a farina anche le mandorle
- lasciare in ammollo l'uvetta in acqua tiepida, sciacquarla e frullarla con il latte di soia
- centrifugare una mela e un'arancia
- tritare a coltello i canditi
- aggiungere al poolish la farina di farro, la fecola di patate, le mandorle tritate, i semi in polvere, il sale, lo yogurt, 3 cucchiai di olio evo, l'uvetta frullata, la polvere d'arancia, la buccia del limone, la vaniglia, il sale e i canditi tritati
- unire quindi il succo centrifugato quanto basta per ottenere un impasto morbido ed elastico,
- lavorare a lungo l'impasto fino ad averlo incordato, - mettere l'impasto nello stampo e porre a lievitare per circa 5  ore in luogo tiepido, l'impasto a fine lievitatura deve gonfiarsi fino ad arrivare al bordo dello stampo o meglio ancora superarlo di poco. - scaldare il forno con funzione ventilato a 180°, mettere un pentolino d'acqua nella parte bassa del forno e infornare per circa 45 minuti
- lasciare raffreddare su una griglia

Per la copertura:
- tritare a coltello le mandorle bianche
- tostare la granella in una padella per pochi minuti
-  unire un cucchiaio di malto e scaldare a fiamma bassa per farlo sciogliere
- versare la miscela ottenuta sulla colomba

Non ci credevo neppure io che poi mi mettevo a fare la colomba. Ma alla fine l'idea mi punzecchiava dentro fino a prendere forma. Poi dovevo usare i canditi al malto preparati in pieno inverno secondo la ricetta che si trova da Daria. Insomma quest'anno la colomba veg e senza zucchero ha un gusto molto molto tradizionale. Potete usare anche farina di frumento, magari una semi-integrale. Tenete d'occhio i liquidi, potrebbe assorbire in modo diverso. E fare il poolish è davvero un'ideona: da una forza all'impasto grande. 
Porto questa colomba al pranzo di Pasqua veg organizzato dalla  splendida Ale.

.

Incrociate le dita per me e per la mia voglia di partire? Insomma....Pasqua con chi vuoi!!!

26 Mar 19:28

Google sending out invites to Glass Explorer program over next few days

by Jordan Kahn

Google-Glass-Explorer-Program

Google announced today in a post on Google+ that the results from its #ifihadglass contest are in and the winners will be contacted with invitations to the Google Glass Explorer program over the next few days.

We could never have imagined such an enthusiastic response! There were so many creative, diverse, and (sometimes) crazy applications. We’ve certainly learned a lot through this whole process and it’s inspiring to hear how much passion there is for Glass.

Google didn’t mention availability for those who signed up for the $1,500 Explorer Edition at last year’s Google I/O, but we’ll likely hear more on availability for others with invitations going out to contest winners in the near future.

Google noted in today’s post that it currently isn’t offering the Explorer Program to businesses, but it will work “on connecting with businesses in other ways.” Those who received an invitation to the Explorer program will be able to pick up their Glass at one of several events planned for later this year in New York, San Fran, and L.A. Invitations will be announced through @projectglass on Twitter and +Project Glass on Google+.


26 Mar 19:26

The CONET Project: spy station recordings reissued

by David Pescovitz
NewImage

In 1999, I wrote an article for the bOING bOING Digital site about the CONET Project, a multi-CD collection of mysterious "numbers stations" heard on shortwave. For decades, intelligence organizations have reportedly broadcast one-way messages to their agents in the field via shortwave, and the transmissions happen to sound weirder than any Stockhausen score or minimalist electronica you've ever heard -- a child's voice, or the obviously synthesized intonation on what's known as the "Lincolnshire Poacher" station, named for the folk song accompanying the numbers. Wilco's album Yankee Hotel Foxtrot is named for, and samples, a numbers station. The CONET Project has been available for several years for free download from various places online, including Archive.org. Now, the original compilers, Irdial-Discs MMX, have re-released The Conet Project in a special CD edition that includes the four original discs plus a fifth CD containing recordings of very strange "noise stations."

"The CONET Project: Recordings of Shortwave Numbers Stations / 1111"

"Spy vs. Spy: The Soundtrack" (bOING bOING Digital)

 
26 Mar 18:35

Come incorporare una foto di Pinterest in un articolo del blog.

by Ernesto Tirinnanzi
Pinterest è uno dei social network con il più alto tasso di sviluppo e sfruttarne le sinergie è fortemente consigliato specialmente per quei siti che usano molto le immagini. Dopo l'iscrizione a Pinterest si possono creare delle schede in cui inserire le immagini del web che ci piacciono. Sono disponibili anche widget e bottoni per Pinterest oltre a servizi quali Markerly.
A breve Pinterest cambierà la grafica e c'è già il link per fare il passaggio senza attendere ulteriormente. Si può incorporare in una pagina web un qualsiasi Pin di Pinterest. Cliccando sulla foto e andando su Embed possiamo selezionare e copiare il codice della immagine da incollare in Modalità HTML. Per ogni foto sarà visibile in basso il link a chi l'ha pinnata. Si possono modificare le dimensioni della foto da inserire nel post operando sui parametri sopra al codice sorgente Continua a leggere:

Copyright © Idee per Computer ed Internet. Non è consentito ripubblicare senza il consenso dell'autore. Segui anche su Facebook, Twitter e Google+ .

26 Mar 18:34

Hand-Cranked Sun & Cloud Camera Is Always Ready To Go

by Charlie Sorrel

sun-cloud-camera-xl

Tempted as I am by the likes of the amazing Fujifilm X100s, I know that I’ll keep coming back to my iPhone 5 camera thanks to its combo of convenience, quality, connect-ability and apps. But the Sun & Cloud camera has just the right balance of price to quirky novelty to get me interested.

The main gimmick is that the Sun & Cloud doesn’t need a battery — it’s powered by hand-cranking it, uh, crank. Then, it does exactly what you’d expect: shoots pictures, records them on it’s 3MP sensor and then lets you apply one of ten Instagrammatical filters.

And that’s about it. Apart from the LED lamp, I guess. Or the ability to charge via USB is you’re feeling lazy.

I kind of like it, as I said, but I think it’s a pity that the maker didn’t put the LCD screen up on top for the true top-down experience of the original reflex cameras.

Source: AC Gears

Via: Uncrate

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25 Mar 19:40

CONTI CORRENTI: "SCAPPATE SUBITO DA QUESTI PAESI"

by Elia Menta
I depositi bancari presso i paesi periferici dell'Europa. I depositi bancari presso i paesi periferici dell'Europa.

JP Morgan fa notare che la fetta di grandi depositi non assicurati  è probabilmente vicina alla metà circa dei depositi totali dell'Unione europea.   Guarda altro grafico sull'Italia.

NEW YORK (WSI) - "Unsecured Depositors Of The World, Unite... And Get The Hell Out Of These Countries": depositanti non assicurati di tutto il mondo, unitevi...e scappate subito da questi paesi".

Non lascia margini di dubbio l'alert di JP Morgan. Riferendosi ad alcuni dati recenti, la banca americana fa notare che la fetta di grandi depositi non assicurati è probabilmente vicina alla metà circa dei depositi totali dell'Unione europea.

Con i depositi che si stanno già spostando dai paesi periferici verso mete più sicure, la fragilità dell'intero sistema bancario è evidente. Da quali paesi bisogna scappare? Per JPM la risposta è ovvia: dai paesi periferici dell'Eurozona, dunque da Italia, Cipro, Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna.

Secondo JPM, nonostante i nostri politici e le varie autorità di borsa e mercati assicurino che Cipro è un fatto a sé, e che l'Italia in nessun modo rischia di trovarsi nella stessa situazione, per chi ha depositi presso i conti correnti italiani, la situazione non è assolutamente tranquilla.

"Abbiamo ritenuto appropriato mettere in evidenza quali nazioni hanno la maggior fetta di depositi non assicurati (e al contempo non sono anche sotto i controlli di capitali della Bce). Sembra, tra molti altri, che nonostante la Francia abbia deciso di rinunciare alla tassa del 75% sui più ricchi, esiste una buona ragione per i benestanti di andare via".

I grandi depositi e i depositi non assicurati  in rapporto al totale dei depositi totali di diversi paesi al mondo.

Ma non si tratta di un problema solo per "i ricchi", ovviamente: nel momento in cui si dovesse innescare una fuga di capitali da parte dei più ricchi, ovviamente lo stesso, anzi, con maggiore panico, farebbero la classe media e quella ad ancor più a basso reddito.
Già in Italia, parlando con la gente comune, il timore è vivo. Il problema è che il caso Cipro è senza precedenti, in quanto ha introdotto il prelievo forzoso.
L'accordo per evitare il peggio è stato raggiunto, ma sempre di prelievo forzoso si tratta. 
Con il rischio, nonostante le rassicurazioni, che tale manovra verrà applicata prima o poi ad altri paesi dell'Eurozona - e l'allarme è stato già lanciato, su Spagna, Grecia, Francia, Irlanda e Italia e l'ammontare di depositi che non sono assicurati -, come farà il sistema bancario europeo a evitare la fuga dei capitali? 
Come dimostra il caso di Abn Amro, la corsa all'oro è già iniziata. Logico: i cittadini ora vogliono ritirare tutti gli asset sicuri visto che temono prima o poi il sequestro dei loro conti in banca. Ma le banche stanno impedendo, ora, anche questo. 
25 marzo 2013
FONTE: http://www.wallstreetitalia.com

25 Mar 19:40

BILDERBERG ITALIA. TUTTO RUOTA INTORNO ALL'ASPEN INSTITUTE

by Elia Menta
Nella centralissima Piazza Navona, al civico 114, sorge Palazzo Lancellotti, un edificio risalente al XVI° secolo, dove ha sede l’Aspen Institute Italia, una sorta di filiale “locale” – ma con ramificazioni internazionali – del Club Bilderberg. Stiamo parlando del cuore del Potere italiano, tutto concentrato nell’Aspen. 
Basta infatti leggere i nomi di chi ne fa parte e studiare gli intrecci tra politica, imprenditoria, finanza e media portati avanti in assoluta segretezza, a discapito del popolo sovrano, per capire che ci troviamo di fronte al Sistema, quello con la S maiuscola.
In pochi si chiedono come il Bilderberg stia davvero influenzando il Potere delle nazioni. Anche perché il Club elitario incontratosi il 13 novembre a Roma non agisce direttamente sui vari governi ma piuttosto cerca di influenzare politica, economia, finanza e media tramite filiali locali ramificate ovunque, all’interno delle quali siedono gli influencers di turno. Nel Belpaese questo compito spetta all’Aspen Institute Italia, fondato nel 1950 dagli stessi componenti del Bilderberg che avevano bisogno di un ulteriore network internazionale con cui analizzare, controllare e manovrare la geopolitica globale attraverso interconnessioni tra i vari Paesi. L’Aspen - presente anche negli States, in Francia, Germania, Giappone, India, Romania e Spagna – serve esattamente per questo scopo.  In Italia ha avviato la sua attività nel 1984 e ha due sedi, una nella centralissima Piazza Navona a Roma, al civico 114 del Palazzo Lancellotti, e l’altra a Milano, in via Vincenzo Monti 12, tra Corso Magenta e il Castello Sforzesco. Curiosità: allo stesso civico milanese dell’Aspen risulta una sezione del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. 


aspen_piazza_navona_roma

ANALOGIE COL BILDERBERG: VIGE L’OMERTÀ I dibattiti nelle sedi nazionali infatti si tengono rigorosamente a porte chiuse e lontani da persone non appartenenti “al Sistema”. Nessuno sa infatti quando si riuniscono e non trapela mai quanto si dicono se non negli argomenti di politica economica che appaiono nella rivista specializzata “Aspenia rivista” dove è stato spiegato anche il funzionamento del Bilderberg. L’unico diktat che viene fuori è il “distruggere per creare”, che ricorda tanto da vicino quello che sta succedendo – soprattutto in Europa – dove per creare un Nuovo Ordine è necessario smantellare il precedente.
Ed ecco che il lavoro sporco, cui i politici italiani non hanno saputo adempiere, viene realizzato in prima persona dai membri dell’Aspen. Tra cui, ça va sans dire, l’esimio Mario Monti. Come far digerire tutto questo all’opinione pubblica? Ci pensa la stampa, bellezza, o quantomeno quella asservita (la maggior parte) al Sistema. Basti pensare che Presidente del The Aspen Institute è Walter Isaacson, ex direttore del Time ed ex amministratore delegato della Cnn. Oggi lavora con Obama.
L’ORGANO DIRETTIVO DI ASPEN ITALIA Al contrario del Bilderberg, però, sul sito  Aspen Italia mette a disposizione dei pochi curiosi i nomi di chi ne fa parte. Solo a guardare i quattro presidenti onorari vengono i brividi, perché risulta facile comprendere come il nuovo che avanza è sempre figlio del vecchio che non muore mai: e infatti troviamo Giuliano Amato, il “tecnico” cui dobbiamo la svendita della lira; l’economista Carlo Scognamiglio, ex Ministro della Difesa sotto il Governo D’Alema (’98-’99), dopo essere stato Presidente del Senato con i voti di Forza Italia; spunta persino il nome dell’ex socialista Gianni De Michelis, travolto dallo scandalo Tangentopoli, condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi patteggiati per corruzione nell'ambito delle tangenti autostradali del Veneto e 6 mesi patteggiati nell'ambito dello scandalo Enimont, ma evidentemente degno di pasteggiare con la crème del Potere italiano. Il quarto ed ultimo presidente onorario è Cesare Romiti, ex dirigente della Fiat, cui nel 2000 la Cassazione ha confermato  la condanna a undici mesi e dieci giorni di reclusione per falso in bilancio, finanziamento illecito dei partiti e frode fiscale relativa al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RcsMediaGroup e Impregilo.
Come potete notare c’è un trasversalismo politico-imprenditoriale da brividi. Chi è il Presidente dell’Aspen Italia? Giulio Tremonti, il potentissimo ministro dell’economia del berlusconismo. E tra i 4 vicepresidenti spuntano amici e (presunti) nemici, persone con cui Tremonti dovrebbe accapigliarsi e con le quali, evidentemente, va d’amore e d’accordo: Enrico Letta, dirigente del battagliero e antiberlusconiano Pd; John Elkann, Presidente Fiat, e Lucio Stanca, ex senatore di Forza Italia famoso per aver fondato il partito insieme a Berlusconi nel 1994. Contribuì alla nascita di Forza Italia anche il segretario generale Angelo Maria Petroni. Capito ora perché l’opposizione, da chiunque venga rappresentata, non contrasta mai con veemenza le decisioni del Governo? Tutto viene anticipatamente deciso nelle riunioni dell’Aspen. O vogliamo credere alla favoletta che in quei meeting Tremonti, Elkann e Letta parlano di dove andare a sciare d’inverno o a prendere il sole d’estate?
aspen_italia
IL CUORE DELL’ASPEN: IL COMITATO ESECUTIVO. POLITICI, ECONOMISTI, IMPRENDITORI E GIORNALISTI. È proprio nell’organismo di governo dell’Aspen che si incontrano le menti finissime, elitarie e potenti che fanno capo al Bilderberg e hanno il dovere di influenzare, poi, i poteri politico, economico, imprenditoriale e mediatico.
Tra i componenti del comitato, oltre al vicepresidente John Elkann – habitué nelle riunioni Club Biderberg - troviamo anche l’attuale presidente del Consiglio Mario Monti, altro esponente di spicco del “circolo dei potenti”. Bilderberghiano - ha partecipato anche all’incontro in Virginia – è anche il dirigente Enel Fulvio Conti, così come vicino a questo mondo è l’incompreso (ma col senno di poi tante cose si capiscono) attuale Ministro ai Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. Non poteva di certo mancare Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset e “yes man” di Silvio Berlusconi. Nell'aprile 2008 viene rinviato a giudizio dal gup di Milano con l'accusa di frode fiscale: la procura contesta  presunti reati commessi in un periodo compreso tra il 2001 al 2003. Il 20 febbraio dell’anno successivo è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Hdc, la società di sondaggi diretta da Luigi Crespi. L’altro che ha avuto a che fare con la giustizia, e con Berlusconi, è l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, zio del vicepresidente Enrico in quota Pd. Questa sarebbe una storia da libro cuore: lo zio berlusconiano e il nipote anti-berlusconiano s’incontrano nelle segrete stanze dell’Aspen e – chissà – sotto la regia (occulta?) di Monti, Confalonieri e Tremonti, trovano la quadra di un rapporto a dir poco ambiguo. Sarebbe da libro cuore, se non fosse che questa gente gioca a risiko sulla pelle dei cittadini.
Anche Gianni Letta risulta indagato, dal novembre 2008, per i reati di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata in riferimento a presunti favori per l'affidamento ad una holding di cooperative, legata al movimento Comunione e Liberazione. Ma dopo un conflitto di competenza tra le Procure di Potenza e Roma, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha affidato il prosieguo dell'indagine alla Procura della Repubblica di Lagonegro. Nel marzo 2011 i pm chiedono a Lagonegro di archiviare l'inchiesta "perché non sussistono reati". Pochi dubbi a riguardo. Presente nel cuore pulsante dell’Aspen Italia anche l’ex vicepresidente di Confindustria Luigi Abete, che in comune con gli altri ha anche un rinvio a giudizio nel 2006 per usura. Assolto nel 2008.
GLI ALTRI SIAMO NOI. Chi sono gli altri? Ecco i loro nomi.
Maurizio Costa, consigliere d’amministrazione Fininvest; Gabriele Galateridi Genola, ex dirigente Fiat, ora  Presidente di Assicurazioni Generali e Telecom Italia, nonché consigliere e membro del comitato non esecutivo di Banca CRS, Banca Carige, Italmobiliare, Azimut-Benetti, Fiera di Genova, Edenred e dell'Istituto Europeo di Oncologia; Emma Marcegaglia, presidente Confindustria; Riccardo Perissich, dirigente Telecom e Pirelli; Giuseppe Recchi, presidente Eni; Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techricht; Beatrice Trussardi e Alberto Quadrio Curzio, economista nonché membro o Presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Edison, della Fondazione Balzan, della Fondazione Centesimus Annus, del Gruppo Etica e Finanza. Quante cariche tutte concentrate in una sol persona… Tra i politici ecco che spuntano i nomi di: Franco Frattini, ex ministro degli esteri nell’ultimo governo Berlusconi;  l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, anche lui membro di spicco del Bilderberg; Giuliano Urbani, fondatore di Forza Italia, e Giacomo Vaciago, ex sindaco di Piacenza con una coalizione di centrosinistra, ma con un passato da tecnico: dal 1987 al 1989 è consigliere economico del Ministro del Tesoro, dal 1992 al 1993 consigliere del Presidente del Consiglio, dal gennaio 2003 al marzo 2005 è consigliere scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Quando si dice che centrosinistra e centrodestra siedono allo stesso tavolo di trattative, molto probabilmente ci si riferisce a quanto accade all’interno dell’Aspen, dove risultano presenti alcuni tra i più influenti rappresentanti di entrambe le coalizioni. Non potevano mancare i banchieri nel comitato direttivo: si tratta di William Mayer, presidente emerito di The Aspen Institute, membro del Bilderberg, del CFR e di una serie di equità funds da far impallidire chiunque altro al suo cospetto. A rappresentare la categoria c’è anche Francesco Micheli, presidente ed Amministratore Delegato di Genextra S.p.A. e consigliere di Congenia S.p.A., Interbanca S.p.A., Sopaf S.p.A., e della Fondazione Teatro alla Scala. Tra i giornalisti spunta il nome di Lucia Annunziata, Direttore di Huffington Italia (lo stesso gruppo Cir di Repubblica, guidato dal massone Carlo De Benedetti); Paolo Mieli, presidente Rcs libri; Angelo Maria Petroni, giornalista economico che contribuì alla nascita di Forza Italia; Mario Pirani giornalista e fondatore di Repubblica insieme a Scalfari. Tutti insieme appassionatamente, verrebbe da dire. Come possano coesistere poteri e figure così diversi tra loro come quello politico e mediatico, come quello del berlusconiano Confalonieri e dell’anti-berlusconiana Annunziata, resta davvero un mistero. Che forse tanto mistero non è.
A volte basta unire i puntini per osservare quell’essenziale invisibile agli occhi di cui contava Antoine De Saint Exupery. Basta socchiudere gli occhi perché figure, strategie, trame e obiettivi prendano forma in maniera inaspettata ma repentina. Immaginiamo un tavolo dell’Aspen Italia a cui siedono: il “politico” Mario Monti, Presidente del Consiglio; l’imprenditore dei media Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset; la giornalista (?) Lucia Annunziata, Direttore dell’ Huff Post italiano; il “politico” Enrico Letta, dirigente del Pd; l’imprenditore John Elkann. Di cosa parlerebbero, secondo voi?
I SOCI SOSTENITORI Potevano mai mancare in questo bel (?) quadretto para-massonico? Certamente no. Ed ecco spuntare le multinazionali, banche, grandi imprese, assicurazioni, gruppi mediatici, società di consulting e aziende farmaceutiche. L’elenco completo è scaricabile da qui. Il cuore del Sistema. Quello che pompa sangue in proprio favore e drena le risorse dei cittadini con un unico obiettivo: togliere sovranità all’Italia, appropriarsi degli ultimi beni restanti, perseguire l’arricchimento e definire un Nuovo Ordine - politico, economico, imprenditoriale, finanziario e mediatico.
Un Nuovo Ordine dove centrosinistra e centrodestra sublimano la loro vocazione all’inciucio – l’unico partito non rappresentato all’interno dell’Aspen è Italia dei Valori – e decidono, chiusi all’interno di una stanza, il futuro degli italiani. “Follow the money” diceva Giovanni Falcone a chi gli chiedeva come decifrare la mappatura della criminalità internazionale. Unire i puntini, aggiungiamo noi, per capire chi, come, dove, quando e perché sta progettando quello che una volta si chiamava “Colpo di Stato”. L’unica differenza è che non si spara più. Non servono le pallottole. Basta un “tavolo decisionale” dove far sedere gli influencers, assegnare ad ognuno un compito bene preciso e il gioco è (perlopiù) fatto.
A meno che qualcuno non si metta di traverso e porti a conoscenza dell’opinione pubblica nomi, intrecci e obiettivi del Bilderberg italiano.
Andrea Succi e Viviana Pizzi
FONTE: http://www.infiltrato.it/

21 Mar 17:48

Ampersands and a Sheepskin Chair: The Mid-Century Modern Workspace

by Melanie Pinola
Click here to read Ampersands and a Sheepskin Chair: The Mid-Century Modern Workspace Cristina Robinson, a.k.a. Lifehacker reader DarthCena, describes her home office as "Mid-Century Modern Nerd." With accents like an authentic mid-century modern Danish desk, Herman Miller Eames chair, and sheepskin chair cover, this workspace definitely earns that title. It's a refined office that showcases Cristina's sharp eye and love of design. More »


18 Mar 21:18

Grilled Succotash Pasta With Garlic Sauce

21920_

Garlic planted in gardens in October is ready to be harvested. The fresh garlic available in farmers markets is stupendous, so take advantage of its sweetness now instead of storing it. Roasting garlic makes it even sweeter.
18 Mar 21:18

Frittata With Zucchini

21916_

Fabrizio Aielli likes to make this for guests at his home. It's the easiest, and some would argue best, way to make a large omelet. Small, thin zucchini have the most flavor.
18 Mar 21:17

Fava Bruschetta

21911_

Favas take time to prepare, so grab a glass of something (perhaps Chianti), sit on the deck and decompress. .