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24 Mar 22:46

Il prezzo delle case a Milano: quanto costano zona per zona

by Andrea Signorelli

prezzi case milano quanto costa

La crisi inizierà anche a dare i primi segni di cedimento dopo questi lunghissimi anni, ma di sicuro al momento non sono in molti che hanno intenzione di comprare casa. Di conseguenza, negli ultimi tempi, è risultato difficile anche vendere casa per poi comprarne una nuova. Con il risultato che il mercato si è bloccato e i prezzi sono scesi. La novità più interessante per chi fosse interessato a comprare casa a Milano, è che ora il mercato sta ripartendo, ma i prezzi sono ancora in calo.

Insomma, per chi fosse intenzionato a fare buoni affari può essere il momento di acquistare. Vediamo allora quanto costa comprare casa a Milano, zona per zona, e quali sono i quartieri in cui si possono fare i migliori affari. I prezzi delle case sono scesi quasi ovunque: a nord-ovest (Bovisa, Certosa, Sempione) del 4,5%; a nord-est (Centrale, Gioia, Testi) dell’1,2%; a est (Città studi, Lambrate) del 3,2%; a sud-est (Lodi, Corsica) del 4,3%, a ovest (Vercelli, Lorenteggio) del 3,2%. Questo per capire un po’ quali sono le zone ampie verso le quali orientarvi per fare affari. I prezzi sono invece saliti in pieno centro (+0,6%) e a sud (Navigli, Famagosta) dell’1,2%.

Vediamo adesso i prezzi delle case al metro quadro zona per zona, dalla zona più economica a quella più cara. In quanto a prezzi bassi, non ci sono quartieri che costino meno di Crescenzago-Gorla e della Comasina (1.400), segue via Padova e piazzale Loreto, dove si arriva a 1.500 al metro quadro. Troviamo poi Bicocca, Fulvio Testi, Forze Armate, Qt8, San Siro (non la zona residenziale, ovviamente), Accursio-Certosa, Affori, Bonola, Trenno, tutti quartieri in cui si compra casa a circa 1.800 euro al metro quadro.

Si sale un po’ di più nei seguenti quartieri: Baggio, Inganni, Certosa-Monte Ceneri, via Farini, Maciachini, Lambrate-Ortica. In questi casi siamo sempre sui 2000/2.100 euro. Si arriva poco sopra (attorno ai 2.300) in Cenisio-MacMahon, Barona, Famagosta, Corso Lodi, Tibaldi, Cermenate.

Uscendo dalla periferia, ovviamente, i prezzi si alzano. In zona Fiera-Monterosa siamo sui 3.300 euro, idem in zona Fiera-Sempione (un po’ difficile a credersi, a dire la verità), in Porta Venezia, in zona Solari e Tortona, in zona Cinque Giornate e Montenero. Poco più, sempre sotto i 4mila euro al metro quadro, troviamo anche corso XXII marzo. Il limite dei 4mila euro viene invece abbondantemente superato altrove.

Corso Genova e De Amicis è sui 4.500, così come San Vittore-Cadorna, zona Isola (4.200, per la precisione). In corso Como e piazza XXV aprile arriviamo a 5.200. Come al solito, la zona più cara in assoluta è quella di Brera, dove tocchiamo i 7.200 euro al metro quadro.

Il prezzo delle case a Milano: quanto costano zona per zona é stato pubblicato su 02blog.it alle 11:52 di giovedì 19 marzo 2015.








04 Dec 16:16

Google spiega in ottanta pagine come sviluppare un’app Android di successo

by Luca Tubiello

Play Store è un posto pieno di applicazioni e giochi di ogni tipo: come ben sappiamo, però, accanto a idee che sono diventate presenze insostituibili della nostra quotidianità convivono progetti dalla dubbia utilità che, ignorati dal grande pubblico, pian piano scivolano nei meandri dello store. Google ha quindi deciso di pubblicare un manuale per chiarire quali siano gli aspetti fondamentali da curare per portare la propria app alla ribalta.

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15 Oct 22:30

Il PageRank (della Toolbar) è morto, definitivamente!

by Tagliaerbe

Il PageRank è morto

Ricordo molto bene che, negli scorsi anni, Matt Cutts ha affermato più volte: “Aggiorniamo il PageRank visibile sulla barretta ogni 3-4 mesi”. E ricordo anche che nell’ambiente SEO, le discussioni sul “quando sarà il prossimo aggiornamento del PR?” erano all’ordine del giorno, e riempivano forum e blog con cadenza regolare.

Il PageRank era, a quei tempi, la cartina tornasole per misurare a colpo d’occhio la qualità di una pagina o di un sito web. La toolbar cresceva? Ottimo segnale! La barretta verde si accorciava? Via di corsa a cercare nuovi link!

Ebbene, dimenticati – probabilmente per sempre – di tutte queste cose. Il PageRank è morto, dopo anni di coma profondo, per mano di John Mueller, che attorno al minuto 20:30 del video qui sotto



ha dichiarato:

Il PageRank è qualcosa che non abbiamo aggiornato per credo più di un anno ormai, e probabilmente non andremo ad aggiornarlo in futuro, perlomeno sulla barretta

Iniziamo col dire che il video è del 6 Ottobre 2014, e che Mueller non è molto aggiornato sugli update del PageRank, visto che l’ultimo aggiornamento è avvenuto il 6 Dicembre 2013 (quindi sono passati “solamente” 10 mesi fa, e non più di anno).

Ma già nell’occasione di quell’update, questo tweet di Matt Cutts suonava sinitro:

Matt Cutts annuncia l'aggiornamento del PageRank

Un aggiornamento del PageRank raro… il team stava lavorando su un altro servizio di backend, e con l’occasione ha fatto anche l’update del PR.

Come dire: “Non era assolutamente programmato, ma già che c’eravamo, lo abbiamo lanciato”.

Ma torniamo al 7 Ottobre 2013, ovvero ad un anno esatto dalla video-dichiarazione di Mueller.



Nel video qui sopra, Matt Cutt afferma che

La barretta del PageRank è sempre meno utilizzata a causa del fatto che le nuove versioni di Internet Explorer non permettono di installare le toolbar con facilità, e Chrome non ha una barra degli strumenti. Pertanto, col tempo, l’indicatore del PageRank inizierà probabilmente a sfumare…

In pratica, Cutts dà ai browser – e in particolare a Internet Explorer e Chrome – una buona parte della colpa della morte del PageRank, perlomeno di quello visibile sulla barretta.

Niente toobar, niente PageRank… ma attenzione!

Il PageRank visibile sulla barretta NON è il PageRank!

E’ bene chiarire che il PageRank che Google mostra sulle varie toolbar è:

  • frutto di una “esportazione” periodica (trimestrale, quadrimestrale, o quando capita)
  • arrotondato ad un numero da 1 a 10 (e quindi non preciso)
  • non aggiornato (i dati esportati risalgono a qualche tempo prima dell’esportazione)
  • in alcuni casi, falso! (Google può togliere diversi punti di PageRank a coloro che vendono link, pur senza azzerare completamente il valore)

Pertanto, il PageRank che vedi NON è assolutamente detto che sia quello che vede Google. Che è un po’ come dire che solo Google conosce il reale valore del PageRank delle tue pagine, e a te mostra invece ciò che vuole.

Ora vai a riascoltarti/rileggerti la dichiarazione di John Mueller:

We’re probably not going to be updating it going forward, at least in the Toolbar PageRank

Capito l’andazzo? Google non ti mostrerà più il PageRank “esportato”, spingendoti a guardare altre metriche, dicendo che fare l’export costa troppe risorse, o prendendo la scusa che i browser non supportano più le barrette.

Ma intanto lui continuerà a conoscere quel valore, e ad utilizzarlo come meglio crede.


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02 Apr 08:10

Applicazioni MIUI su smartphone non MIUI? Possibile grazie al XIAOMI System Installer

by Alessandro Bertola
xiaomi system installer

Siamo arrivati ad un punto  che non sono solamente le rom a permetterci di avere fra le mani un dispositivo diverso, personalizzato e con specifiche features interessanti, ma a volte ci bastano delle app create ad hoc.

Xiaomi ha pensato proprio a questo, considerando il fatto che non tutti gli utenti sono in grado di effettuare un cambio di ROM sul proprio smartphone Android.

Da oggi infatti è disponibile XIAOMI System Installer, un insieme di app proprietarie XIAOMI che troviamo comunemente nelle ROM MIUI.

Moto X a soli 330 Euro su Amazon, click qui

All’interno di questo APK trovano posto MIUI Desktop, MIUI phone APP, l’app per la gestione degli SMS e dei contatti, il sistema per tracciare lo smartphone, l’app per la gestione dei backup , la galleria personalizzata e tutti gli strumenti in cloud, il tutto in soli 28 MB.

Non è necessario eseguire nessuna strana operazione, vi basterà scaricare l’APK di XIAOMI System Installer e installarlo sul vostro smartphone Android, il quale deve avere una versione di Android pari ad Ice Cream Sandwich 4.0 o superiore.

Per ora XIAOMI certifica il corretto funzionamento solo sui Galaxy S2, S3, S4, Note 3 e quasi la totalità dei device Nexus, ma dovete considerare che queste features sono ancora tutte in beta.

Potete scaricate l’APK da questo link.

 




03 Jan 00:52

I prezzi delle case a Milano

by Andrea Signorelli

Dai 13mila euro al metro quadro di San Babila ai 2.650 di Baggio e non solo. I prezzi della case quartiere per quartiere.

Quanto costa comprare casa a Milano? Dipende tutto dalla zona, ovviamente. Si va dai 13.300 euro del quartiere più costoso di tutta la città, Vittorio Emanuele-San Babila, a quelli più economici (Bonfaldini, Musocco, Baggio, Gallaratese) in cui si può comprar casa a 2.650 euro al metro quadro. Differenze enormi per zone che, in effetti, c’entrano ben poco l’una con l’altra. Per chiarirsi le idee: a San Babila un bilocale da 50 metri quadrati costa 665mila euro, a Baggio 132mila euro. Il che, comunque, significa che le case a Milano restano decisamente care.

Il mercato immobiliare in città è in ripresa, ma non per questo si è arrestata la discesa dei prezzi. Al contrario, è proprio il fatto che i prezzi delle case continuino a scendere ad aver dato una mano alle compravendite, che sono in aumento. Un calo dei prezzi generalizzato e che si attesta attorno al 3%. Le occasioni migliori, in questo frangente, si trovano in Via Padova. Soprattutto se si vuole dare retta ai quei teorici della “gentrification” che prevedono diventi in tempi brevi il quartiere più interessante della città, il laboratorio della Milano che sarà. Il fatto che però i prezzi siano in calo del 5% fa pensare che tutta questa voglia di trasferirsi in via Padova ancora non ci sia.

Per il resto le fasce di prezzo si dividono in quattro macroaree: centro, bastioni, circonvallazione, decentramento. Il centro comprende tutte le zone più care della città, da Duomo a San Babila, da Largo Augusto a Brera. Proprio in Largo Augusto si trovano le case meno costose di tutto il centro, il cui prezzo è di “soli” 8.200 euro al metro quadro. La gettonatissima Brera arriva invece a oltre 10mila euro. All’interno della cerchia dei bastioni si va dai prezzi massimi della zona Parco Sempione-Castello Sforzesco (10.650 euro) alla quasi avvicinabile Porta Genova (5.480); le altre aree vicine ai bastioni si aggirano tra i 6 e gli 8mila euro al metro quadrato.

Allontanandosi dal centro si arriva nelle zone che stanno tra i Bastioni e la Circonvallazione. E qui le cose cambiano, visto che con la sola eccezione della zona Fiera-Monterosa (7.250 euro) i prezzi sono quasi sempre tra i 4mila e i 5mila euro al mq. La zona più economica è quella nei dintorni di Viale Abruzzi (4.300 euro). Più alti i prezzi in Fiera-Sempione (6mila euro) e Libia-Cirene (6.200). Ancora interessante il prezzo in zona Isola, uno dei quartieri più in voga in citta in cui le case sono ancora abbordabili: 4.750 euro. Infine la periferia: qui il massimo che si può arrivare a spendere sono i 4.250 euro della zona Bande Nere-Giambellino o i 4.150 di Martini-Cuoco. Per il resto è tutto dai 2.650 ai 4mila euro scarsi.

I prezzi delle case a Milano é stato pubblicato su 02blog.it alle 11:59 di martedì 31 dicembre 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.




29 Sep 19:02

Ecco come Twitter Bootstrap rivoluziona lo sviluppo di siti web

by Michele Gobbi

Il frenetico evolversi della tecnologia web non ci permette di avere punti di riferimento e l’aggiornamento costante e la curiosità di sperimentare tutte le nuove opportunità tecnologiche è l’unica soluzione per rimanere al passo con i tempi.

BootStrap e content strategy

Pensavo che il passaggio da html 4 a xhtml fosse una grande rivoluzione. Da quel momento, invece a valanga si sono susseguite novità sempre più rivoluzionarie: suddivisione concettuale presentazione-contenuto-comportamento (css-html-js), l’arrivo del CSS3, la diffusione di jQuery, la morte di Adobe Flash, l’uso delle media query per il design responsive, la nascita del front-end framework Twitter Bootstrap, la definizione di design autentico.

Arrivati a questo punto è giusto fare un esame dello stato dell’arte del web design ed è opportuno rivisitare il modo con cui sviluppiamo le applicazioni web. Non possiamo più accontentarci di produrre siti alla vecchia maniera, pieni di immagini decorative, librerie javascript a quintalate, pagine barocche e vecchie prima di nascere.

Il design autentico ci obbliga a orientare i nostri sforzi nella creazione di design al servizio del contentuto. Tutte le nostre scelte grafiche devono essere fatte con l’intento di migliorare la fruibilità del sito. Il design è dunque uno strumento e non un’opzione estetica.

Dobbiamo pensare ad un design che pone in risalto i testi importanti, suggerisce le azioni che l’utente dovrebbe compiere e toglie tutto il resto. Cambia in sostanza il modo in cui dobbiamo sviluppare il web.

Come si sviluppava un sito prima di oggi

Probabilmente la mia esperienza nel modo di lavorare assomiglia alla vostra. Il cliente vi spiega a grandi linee l’idea che ha in testa e, se siete fortunati, avete anche la lista dei requisiti e delle funzionalità richieste.

Il designer comincia a disegnare con photoshop le bozze grafiche e dopo una serie di feedback con il cliente si raggiunge l’approvazione e si comincia la scrittura del codice html-css-js per poi concludere con la motorizzazione del sito con un linguaggio server-side (php, rails, java, ecc).

Ora mi rendo conto che gran parte del lavoro si concentra sul design grafico con Photoshop e per cercare di ottenere l’ok dal cliente si decora il sito aggiungendo colori, sfondi, immagini a rotta di collo.

Risultato: un capolavoro estetico ma inutile perchè poco usabile, con un basso tasso di conversione e con contenuti che passano in secondo piano.

Come si sviluppa un sito web oggi

L’affermazione del design autentico in accoppiata con Bootstrap deve davvero rivoluzionare il vostro modo di concepire lo sviluppo web.

Photoshop non è più il centro del nostro lavoro, anzi, probabilmente serve solo marginalmente. Gran parte degli sforzi devono essere rivolti al modo in cui si dispone il contenuto sulla pagina, individuando per ogni step cosa è importante che l’utente legga e faccia e rimuovendo tutto il resto.

Il framework di Boostrap in questo senso ci aiuta perchè, riutilizzando i componenti che ci mette a disposizione, riusciremo a ottenere il risultato che desideriamo in brevissimo tempo. Non serve più sviluppare CSS custom e codice javascript: tutto quello che serve viene già fornito dal framework. Dovremo quindi semplicemente sviluppare la parte HTML rimanendo nei binari di Bootstrap.

Il risultato è garantito: fruibilità dei contenuti ottimale, alto tasso di conversione degli utenti, design responsive, design moderno.

Gli step per sviluppare un’applicazione web moderna

  1. ANALISI
    Definire l’obiettivo principale del sito. Uno e uno solo. Orientare il design al soddisfacimento di questo scopo.
    E’ necessario quindi definire un flusso di azioni che l’utente deve compiere per raggiungere l’obiettivo da noi prefissato. Bisogna guidarlo passo a passo, indicando in modo univoco cosa deve fare. Cerchiamo di definire in ogni schermata una sola azione principale ben visibile (call to action) che l’utente dovrà intraprendere. Il resto deve essere considerato “distrazione” e deve essere rimosso. Siate “talebani” e non abbiate paura di rimuovere gli elementi superflui.
  2. MOCKUP
    Il risultato dell’analisi si trasforma in mockup, ovvero bozze grafiche che mettono in evidenza la disposizione del contenuto. Possono essere disegnate a mano su carta o con strumenti online, l’importante è capire come l’utente troverà i contenuti e le azioni che potrà compiere. Serve un’ulteriore analisi per discutere i mockup prodotti, per focalizzare ancora meglio gli obiettivi prefissati e per rimuovere tutto il resto.
  3. HTML
    Sviluppiamo le pagine HTML usando Bootstrap, riprendendo i mockup approvati. Ci si deve concentrare sulla scrittura dell’HTML, tralasciando di personalizzare CSS e javascript, ma usando solamente quelli forniti dal framework. Va beh… se proprio non resistete, passi pure un piccolo ritocchino al foglio di stile, giusto per caricarci nel vedere un design cool.
  4. MOTORIZZAZIONE SERVER-SIDE
    E’ il momento di motorizzarlo con il proprio linguaggio preferito. Personalmente, preferisco usare Ruby on Rails, ma chiaramente i linguaggi in circolazione sono tanti, a ognuno la propria scelta!
  5. TEST
    A questo punto il sito è utilizzabile. I test dovrebbero servirci a capire se effettivamente l’utente si converte, ovvero segue le indicazioni suggerite per giungere alla meta, obiettivo ultimo dell’applicazione.
    Sulla base del feedback ottenuti dai test dovremmo aggiustare il tiro, limando le eventuali imperfezioni/distrazioni emerse.
  6. CARATTERIZZAZIONE
    E’ giunto il momento di caratterizzare il sito. Il giusto logo, colori e font personalizzati è quello che serve per dare all’utente l’idea di un’immagine forte e decisa.

Conclusioni

Questo modus operandi vi premierà in termini di tempo di realizzazione e di successo del sito. Tempi più brevi di sviluppo ci assicurano di mantenere fermo e chiaro l’obiettivo da raggiungere e abbattono i costi. Il sito sarà apprezzato dagli utenti che trovano esattamente quello che stanno cercando.

 

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08 Jul 19:46

Paleariza 2013

by mikol@grecanica.com (Mikol)
07 Jul 10:57

Comic-Con 2013, Gillian Anderson e David Duchovny di nuovo insieme per i vent'anni di X-Files

by Paolino

X-FilesAl panel dedicato ai vent’anni di X-Files ci saranno anche Gillian Anderson e David Duchovny, protagonisti della serie tv

A forza di dire “I want to believe”, alla fine il desiderio di molti fan si è avverato: al panel del Comic-Con dedicato ad “X-Files”, il 18 luglio, saranno presenti i due protagonisti, Gillian Anderson e David Duchovny, in una reunion che i fan aspettavano da tempo.

I due attori saranno quindi sul palco per celebrare i vent’anni del telefilm insieme a Chris Carter, creatore della serie tv, ed ai produttori Vince Gilligan, David Amann, Howard Gordon, Darin Morgan, Glen Morgan e John Shiban. Sarà l’occasione per i fan che tanto hanno amato questo show per rivedere i loro beniamini di nuovo insieme.

Le carriere della Anderson e di Duchovny hanno preso strade diverse: la prima si era allontanata dalla tv, per tornare di recente sul piccolo schermo prima in “Hannibal”, poi in “The Fall” e prossimamente in “Crisis”. Lui da sei anni è protagonista di “Californication”, dove interpreta lo scrittore Hank Moody.

“X-Files” sarà al centro anche di un’altra occasione, ovvero la presentazione del fumetto della decima stagione della serie tv che segue così le orme di “Buffy” e diventa un comic book, mantenendo Carter dietro al progetto, con storie di Joe Harris ed i disegni di Michael Walsh.

La nuova stagione partirà da dopo gli eventi del secondo film, con Mulder e Scully alle prese con un’indagine che li collegherà alla sezione X-Files ed a tutte le persone che hanno avuto a che fare con loro. “Abbiamo Wikileaks, i droni, il Patriot Act e sfide relative al Governo ed alla forze esterne, corporazioni e lobby”, ha detto Harris. “L’America ha delle sfide, dei problemi vecchi e nuovi, collegati al suo scopo. Penso che X-Files si inserisca bene all’interno di questi tempi caotici ed interconnessi”. Il pubblico, così tornerà a voler credere.

[Via TheHuffingtonPost]

Comic-Con 2013, Gillian Anderson e David Duchovny di nuovo insieme per i vent'anni di X-Files é stato pubblicato su TVBlog.it alle 13:15 di 05 luglio 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.



02 Jul 23:22

Photo



01 Jul 18:40

Aperitivo con caccia al tesoro

by Claudio Burdi

Nuovo appuntamento, stasera alle 18, con “Sofà Sundays” l’aperitivo domenicale che unisce arte e cocktail del Sofà cafè di Ripa di Porta Ticinese 7, con un’imprevedibile e divertente caccia al tesoro.

“L’arte come un cocktail!” è la nuova e rivoluzionaria idea nata dal incontro tra Art-Za e LievE-vento che propone un diversivo intrigante per chi ama gli aperitivi. E in questa edizione davvero speciale di stasera andrà in scena condita con “Panem et Circenses”, una caccia al tesoro a squadre (a numero chiuso e prevede un numero limite di 30 squadre con al massimo 3 componenti) che si snoda tra le vie della città e sulle vie del web, alla scoperta di curiosità e misteri di Milano.

Quattro tappe e venti prove da superare in un tempo massimo di tre ore che daranno alla squadra che avrà ottenuto il punteggio più alto la fortuna di ricevere un premio “CULTurale”. Per partecipare basta uno smartphone con accesso ad internet e tanta voglia di divertirsi in compagnia.

Un’idea originale per passare un happy hour diverso e inusuale che speriamo abbia il successo che merita per poter essere presto ripetuta. D’altronde si sa quanto è difficile imbattersi in proposte originali che per questo motivo, quando accadono è bene vengano valorizzate.

Con Panem et Circenses si riscopre giocando, arte e storia del territorio, spesso a molti ignota nonostante risiedano in città da sempre. In ogni caso la serata prosegue anche per coloro che non avranno preso parte alla competizione con l’esibizione dell’artista Martin Cambriglia, pittore autodidatta classe ‘82, che dopo importanti studi al conservatorio “G.Verdi ” di Milano ci regalerà, dalle 21.30 la sua “Live Art”.

L’iscrizione alla caccia al tesoro compreso un drink è a 15€.

Aperitivo con caccia al tesoro é stato pubblicato su 02blog.it alle 19:13 di domenica 30 giugno 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.



30 Jun 13:33

Le alternative a Google Reader: ecco i migliori feed reader

by Daniele Particelli

Google Reader

Google Reader chiuderà i battenti il 1 luglio 2013. Ecco le più valide alternative disponibili, con punti di forza e punti deboli. Quale avete scelto o pensate di scegliere?

La fine di Google Reader è sempre più vicina. Il prossimo 1 luglio il tanto amato feed reader di BigG - non amato abbastanza, vista la drastica decisione di Google - chiuderà ufficialmente i battenti e dal giorno successivo bisognerà farsi trovare pronti con una valida alternativa, un feed reader non faccia rimpiangere la creatura di Google.

Vi abbiamo già fornito una breve panoramica delle alternative presenti al momento del triste annuncio, ma nel corso degli ultimi mesi la situazione è mutata drasticamente: chi aveva cominciato a fare capolino è cresciuto e si è migliorato, altri hanno deciso di cogliere la palla al balzo ed entrare nel mondo dei feed reader per colmare il vuoto lasciato da Google Reader.

Per molti utenti la scelta di un sostituto valido non è cosa facile. Per molto tempo Google ha aggiornato il suo reader e l’ha fatto crescere conquistando un pubblico sempre più ampio che adesso, di punto in bianco, non può più fare a meno di tutte quelle caratteristiche diventate parti integranti della vita online di molti di noi.

Le caratteristiche essenziali per un feed reader

Cosa cercano gli utenti da un feed reader? Proviamo a fare un elenco:

  • integrazione con Google e possibilità di restare loggati in automatico;
  • organizzazione in cartelle, indispensabile per destreggiarsi al meglio tra centinaia e centinaia di feed;
  • condivisione sui principali social network: Facebook, Twitter, LinkedIn, FriendFeed, Tumblr, MySpace e chi più ne ha più ne metta
  • varietà nella modalità di visualizzazione dei feed;
  • scorciatoie per tastiera;
  • statistiche;
  • velocità di caricamento e visualizzazione;
  • indipendenza dai client, gli utenti vogliono poter accedere da una moltitudine di dispositivi e trovare tutto sempre aggiornato;
  • supporto di API per gli sviluppatori.

Queste sono le caratteristiche principali che un feed reader che si rispetti dovrebbe avere per conquistare gli utenti e far dimenticare la brutta mossa decisa da Google. Per andare al sodo, quali sono le migliori alternative già disponibili? Vediamole nel dettaglio.

Feedly

Feedly è senza dubbio l’alternativa più gettonata. Tra i tanti è quella che ha saputo cogliere meglio la palla al balzo e accogliere il maggior numero di utenti in arrivo da Google Reader, aggiornando i propri server in tempo record senza mai smettere di aggiornarsi e di introdurre nuove funzioni.

Le migliori alternative a Google Reader

Solo pochi giorni fa si è definitivamente slegata da Google Reader con un processo di migrazione che ha spostato tutti i dati dal back end di Google ad un back end cloud proprietario. E le novità non sono ancora finite. In attesa di scoprire cosa si riserverà per il futuro, facciamo un breve riepilogo delle funzioni attuali di questo promettente feed reader.

Feedly è uno dei pochi ad aver tenuto in grande considerazione l’ibridazione tra il mondo del desktop e il mondo del mobile. Al momento è accessible da browser tramite le estensioni ufficiali per Chrome, Firefox e Safari e dai dispositivi mobili Android e iOS tramite le applicazioni ufficiali, col supporto ad altre piattaforme in arrivo a breve.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

Tra le funzioni principali segnaliamo:

  • design minimale e in linea con quello di Google Reader: nessuna confusione, niente CAPS LOCK e un evidente contrasto tra elementi letti e quelli non letti;
  • ordine alfabetico: le categorie possono essere ordinate alfabeticamente in un solo click oppure possono essere ordinate a proprio piacimento con un semplice drag and drop;
  • cambio di visualizzazione più rapido: passare da una visualizzazione all’altra è più rapido e immediato grazie a quattro icone posizionate in cima alla pagina;
  • nuove scorciatoie per tastiera: l’elenco delle scorciatorie è stato aggiornato di recente e ora include anche n/p per l’articolo precedente o quello successivo.
  • salvataggio veloce: controllare gli elementi preferiti o salvarne di nuovi è rapido al pari di quanto accadeva con Google Reader;
  • visualizzazione pulita: la visualizzazione a lista, quella più vicina a Google Reader, è più pulita e opaca rispetto al passato;
  • migliori raccomandazioni: l’algoritmo che sceglie gli articoli di mettere in evidenza, quelli che vengono visualizzati in cima ad ogni pagina, è stato nettamente migliorato.

InoReader

Le migliori alternative a Google Reader

InoReader, accessibile a questo indirizzo, è rivolto a chi controlla i feed dal browser, non in mobilità. L’iscrizione può avvenire tramite l’account di Google o quello di Facebook e l’importazione dei propri feed è semplice e immediata.

Si definisce leggero e veloce, ma in alcuni casi ha problemi a mantenere aperta la sessione - col risultato che bisogna loggarsi nuovamente - e nel refresh delle sottoscrizioni non è esattamente una scheggia. In compenso ha un’interfaccia classica e minimale, una buona dose di personalizzazione e moltissime opzioni per la condivisione dei feed.

The Old Reader

Anche The Old Reader, disponibile a questo indirizzo, costituisce una buona alternativa per chi non ha bisogno di una versione mobile. Almeno per il momento. Il team di sviluppo si sta dando da fare per far crescere il servizio e migliorarlo proprio in vista dei tanti utenti che arriveranno a partire dal prossimo 2 luglio e non si esclude, per il futuro, che possa arrivare anche una versione per dispositivi mobili.

Le migliori alternative a Google Reader

L’interfaccia è semplice e chiara, forse un po’ più colorata rispetto alle varie alternative esistenti, ma i feed sono ordinati in modo logico e le opzioni di personalizzazione sono presenti, seppur in modo piuttosto scarno rispetto ad altri prodotti.

CommaFeed, FeedBooster, NetVibes, NewsBlur e Aol Reader

Le migliori alternative a Google Reader

Questi feed reader rientrano nel lungo elenco delle alternative web-based, quelle rivolte agli utenti che consultano principalmente i propri feed dal browser e non hanno bisogno di farlo in mobilità. CommaFeed, FeedBooster, NetVibes, NewsBlur e il recentissimo Aol Reader sono tutti accomunati da un’interfaccia che promette di non far rimpiangere Google Reader.

Tutti permettono l’importazione dei feed dal servizio di Google, l’ordinamento a piacimento delle sottoscrizioni e la possibilità di condividere gli articoli sui principali social network.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

FeedDemon e RSSOwl, applicazioni da scaricare

Se non siete interessati a consultare i vostri feed da browser o dispositivi mobili potete rivolgervi a FeedDemon e RSSOwl, che richiedono l’installazione di software sul vostro computer e ricordano più un programma di posta elettronica che un reader RSS.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

Taptu e Pulse, desktop e mobile

Le migliori alternative a Google Reader

Se siete alla ricerca di un feed reader che vi segua ovunque e che abbia una grafica semplice e accattivante allo stesso tempo, potete rivolgersi a Taptu e Pulse, molto simili nel layout e nelle funzionalità. il primo si definisce un “dj per le notizie” ed è disponibile su browser e dispositivi mobili Android, iOS e BlackBerry, il secondo si ferma ad Android e iOS.

Entrambi permettono l’importazione dei feed da Google Reader - con una procedura semplice e immediata - e forniscono ottimi suggerimenti per nuove sottoscrizioni, così da permettere agli utenti di ampliare i loro orizzonti e restare sempre aggiornati su ciò che succede nel Mondo.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

Flipboard, solo per Android e iOS

Le migliori alternative a Google Reader

Flipboard, questo il sito ufficiale, è per molti versi simile ai due appena elencati, con la differenza che per utilizzarlo occorre avere un dispositivo Android o iOS, quindi se siete alla ricerca di un feed reader per desktop o browser dovrete rivolgervi altrove.

La grafica è molto curata e al tempo stesso molto semplice, le funzioni principali sono facili da trovare a colpo d’occhio e la sincronizzazione è velocissima. La condivisione sociale è al centro di tutto, quindi vi basterà un tap per pubblicare quello che state leggendo sui principali social network e affini. Da sottolineare anche la possibilità di scoprire nuove fonti e nuovi argomenti di interesse grazie all’ottimo sistema si suggerimenti.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

Digg Reader

Il reader di Digg, che sarà una vera a propria parte integrante del servizio principale, merita una menzione a parte. L’annuncio ufficiale, a sorpresa, è arrivato poche ore dopo la notizia della chiusura di Google Reader e da quel momento il team si è dato da fare per realizzare quella che promette di essere la più valida alternativa al servizio di Mountain View.

Le migliori alternative a Google Reader

La prima beta arriverà domani, 26 giugno, appena in tempo per la chiusura di Google Reader, e sappiamo già quali saranno le caratteristiche che troveremo fin dall’inizio: gli utenti potranno importare in pochi passi i feed da Google Reader e godere di un’esperienza di lettura chiara e semplice che mette al centro di tutto gli articoli, le immagini e i video.

Digg Reader includerà il supporto ad azioni chiave come la sottoscrizione, la condivisione, il salvataggio e l’organizzazione e permetterà agli utenti di mettere in evidenza alcuni post, come accade già con i servizio concorrenti e sarà disponibile per desktop e dispositivi iOS, mentre entro i 60 giorni successivi il team ha promesso che si concentrerà sulla versione per i dispositivi Android, sull’integrazione con servizio di terze parti come Buffer o Evernote, sulla ricerca e sulle notifiche.

Google Currents

Concludiamo questo lungo percorso con un’alternativa made in Mountain View: Google Currents, lanciato da Big G nel dicembre 2011 e finora mai riuscito a raggiungere il grande pubblico. Si tratta di un’applicazione riservata ai dispositivi mobili e almeno per ora non dispone di un’interfaccia web, ma se cercate un modo per controllare i vostri feed in mobilità e siete disposti a perdonare Google per il colpo basso, provate a dare una possibilità a Currents.

Le migliori alternative a Google Reader

La schermata principale è minimale e in linea con tutte le altre applicazioni ufficiali di Google, con le iscrizioni degli utenti, archiviate per tematica nella colonna di sinistra, al centro di tutto. Da lì avrete modo di aggiungere nuove iscrizioni scegliendo tra centinaia di proposte o gestire quelle che avete già effettuato.

Il passaggio, poi, è facile e indolore: tutto quello che dovete fare è recarvi su Aggiungi iscrizioni e raggiungere il fondo della pagina: lì troverete la voce Google Reader e l’elenco di tutti i feed che avete sottoscritto nel corso degli anni. Di fianco ad ogni iscrizione ci sarà l’opzione Aggiungi, quella che dovrete cliccare per aggiungere l’iscrizione a Google Currents.

Fatto questo, troverete tutte le vostre iscrizioni archiviate alla voce Feed, pronte per essere consultate nello stile che caratterizza Currents e molte delle alternative che abbiamo appena analizzato: testi neri su sfondo bianco - indipendentemente dalla formattazione originale - e immagini in evidenza.

Le migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google ReaderLe migliori alternative a Google Reader

E voi, a quale servizio vi siete già rivolti o avete in programma di rivolgervi?

Le alternative a Google Reader: ecco i migliori feed reader é stato pubblicato su Downloadblog.it alle 15:15 di martedì 25 giugno 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.



08 Jun 11:50

HangarBicocca verso il futuro: nuova direzione artistica e programma di livello

by Trab

Vento di cambiamento per Hangar Biccoca, un vento che dalla Spagna porta Vicente Todolí come nuovo Artistic Advisor, una sorta di super consulente al soldo della Fondazione Bicocca capitanata da Tronchetti Provera. Cinquantacinque anni e un curriculum da star dell’arte comtemporanea: gli ultimi sette anni alla Tate Modern Gallery di Londra, direzione dei record: nel 2010 si contarono 5 milioni di visitatori.

Ora la nuova sfida con Hangar, insieme ad Andrea Lissone, il curatore: rilanciare con idee, esperienza e contenuti lo spazio privato maggiormente rappresentativo dell’arte contemporanea in Italia per i prossimi tre anni, da ottobre 2013 a aprile 2015. E’ stato Marco Tronchetti Provera a presentare il nuovo corso:

I 200 mila visitatori registrati nel primo anno dal rilancio premiano il nostro impegno e confermano quanto investire in cultura possa influire positivamente sulla città e sul territorio. La nomina di Vicente Todolí ad Artistic Advisor dimostra la nostra visione a lungo termine del progetto: nei prossimi tre anni si accentuerà ulteriormente la dimensione internazionale dello spazio, attraverso un programma espositivo che porterà a Milano artisti di grande prestigio e contribuirà a mettere HangarBicocca in dialogo con musei e istituzioni culturali di tutto il mondo.

Il calendario alternerà, nei diversi spazi espositivi, artisti internazionali affermati a artisti giovani, sia italiani sia stranieri, dalla carriera già consolidata. Tutte le mostre saranno prodotte ex novo appositamente per HangarBioccca o presentate in collaborazione con altre istituzioni di arte contemporanea.

Il programma fitto ha inizio il 20 settembre 2013 con The Visitors, un’installazione di Ragnar Kjartansson (Reykjavík, 1976), artista presente anche alla Biennale di Venezia, costituita da nove proiezioni video che disegnano una grande performance musicale corale; il 31 ottobre 2013 si inaugura Islands, una grande retrospettiva di Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basilea, 1998), che comprende le sue più importanti opere installative, dipinti, stampe, video e film realizzati – spesso con la collaborazione del figlio Björn Roth – tra gli anni 70 e gli anni 90.

Il programma espositivo continua nel gennaio 2014 con una personale di Micol Assaël (Roma, 1979), già conosciuta a livello internazionale grazie a mostre presso il Palais de Tokyo, Parigi e la Kunsthalle Basel che proporrà installazioni basate su dinamiche fisiche che coinvolgono lo spettatore in modo percettivo e mentale; nella primavera del 2014 è prevista la mostra personale di Cildo Meireles (Rio de Janeiro, 1948), uno dei più importanti artisti degli ultimi decenni, nata anche grazie alla collaborazione con il Museo Reina Sofia di Madrid e il museo di Serralves di Porto, che presenta alcune installazioni fondamentali del suo percorso tra cui A Traves e Babel. Nel maggio del 2014, HangarBicocca ospiterà la mostra antologica di Pedro Paiva (Lisbona, 1979) e João Maria Gusmão (Lisbona, 1977) duo artistico che lavora sul tema del cinema e della camera oscura, scelto anche da Massimiliano Gioni per questa edizione della Biennale di Venezia.

Nel giugno 2014 è prevista la prima restrospettiva italiana di Joan Jonas (New York, 1936), considerata a pieno titolo l’iniziatrice della pratica artistica della performance; a settembre dello stesso anno la personale di Céline Condorelli (Parigi, 1974), che si distingue per la sua capacità di costruire relazioni con lo spazio, mentre a ottobre lo spazio ospita Juan Muñoz (Madrid, 1953 – Ibiza, 2001), tra i più importanti scultori del dopoguerra, con un progetto che comprende le sue più importanti installazioni, tra cui Double Bind; Il 2015 si aprirà, infine, con Damián Ortega (Città del Messico, 1967), le cui opere e installazioni ambientali hanno trasformato l’idea tradizionale di scultura.

Fondazione HangarBicocca
Via Chiese 2, 20126 Milano
T (+39) 02 66 11 15 73
info@hangarbicocca.org

Orari d’apertura
Lun-Mar-Merc: chiuso
Gio-Ven-Sab-Dom: 11.00-23.00

INGRESSO LIBERO

HangarBicocca verso il futuro: nuova direzione artistica e programma di livello é stato pubblicato su 02blog.it alle 17:38 di martedì 04 giugno 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.



08 Jun 11:05

I 10 film horror più sottovalutati

by Carla Cigognini

Perché il genere horror a volte non viene preso in considerazione come si dovrebbe?

Il sito HeyUGuys se lo chiede:

Per qualche strana ragione il genere horror ha film più sottovalutati rispetto a praticamente qualsiasi altro genere. La ragione di questo sembra essere che, nonostante film come L’esorcista, La Cosa e Un lupo mannaro americano a Londra (ormai considerati dei classici), il genere ancora non viene preso sul serio.

Ecco che così il sito stila 10 film horror che non hanno ottenuto l’attenzione che meritavano. Giocate con noi e diteci la vostra top 10.

10. Daybreakers (2009): I vampiri dei fratelli Spierig furono un disastro al botteghino nei primi mesi del 2010. Ma Daybreakers è per molti aspetti un film incredibile, che costruisce un diverso mondo del mito del vampiro. Daybreakers ha un sacco di parallelismi sul disagio con il mondo in cui viviamo oggi e la crisi energetica che si avvicina. I Fratelli Spierig fanno un ottimo lavoro con un budget limitato che ritrae un mondo spaventoso e disperato in cui ci sono tutte le possibilità di distruggere la società stessa attraverso l’avidità. Quando uscì si parlò di una trilogia ma purtroppo ora non sembra probabile.

9. In corsa con il diavolo (1975): Fondamentalmente ci sono due coppie (Peter Fonda, Warren Oates, Loretta Swit e Lara Parker) in una gita su un grande camper e… sbagliano strada. Invece di incontrare uomini di montagna, sono testimoni di un sacrificio rituale satanico e mentre le forze dell’ordine locali non credono alle loro parole, il quartetto è minacciato e terrorizzato dai membri del culto. Tetro e cinico.

8. L’insaziabile (1999): La macabra commedia nera di Antonia Bird doveva in origine avere un regista diverso, Milcho Manchevski che è stato licenziato in extremis. Di conseguenza, il film ha un tono un po’ confuso ma è divertente e intelligente, come molti film horror non lo sono. Il film ha stile, una grande sceneggiatura e grandi prestazioni. Gli ultimi dieci minuti sono brutali ed emozionanti.

7. Grace (2009): Il film d’esordio dello scrittore e regista Paul Solet ha fatto un botto ai festival nei primi mesi del 2009, poi più nulla. Il film non è nemmeno uscito e langue in oscurità. E’ tutt’altro che un film perfetto, ma il racconto di Solet di un bambino che brama il sangue al posto del latte ha un senso di terrore strisciante e l’atmosfera che ricorda il miglior lavoro di Lynch. La maggior parte dei film horror sono contenti di dare una sensazione leggermente sconcertante ma questo film si propone di sfidare e provocare e ti fa sentire a disagio.

6. Frailty - Nessuno è al sicuro (2002): nessuno sembrò interessarsi, 10 anni fa, all’esordio alla regia dell’attore Bill Paxton nonostante la presenza di Matthew McConaughey. Quelle persone che hanno ri-scoperto McConaughey come attore nel 2012 farebbero bene a rivedere Frailty. Il film regala brividi e suspense con grandi prestazioni di Paxton e dei due bambini che interpretano i suoi figli. Inoltre ha un gran finale che consente visioni ripetute.

5. Sinistre ossessioni (1995): In qualche modo, pur essendo brillante, il regista Philip Ridley ha diretto solo tre film in 20 anni. Il suo secondo film è una grande fiaba oscura su una coppia che vive nel bosco (Ashley Judd e Viggo Mortensen) che incontra un uomo ferito in fuga, di nome Darkly Noon (Brendan Fraser). Il film è bello, surreale e ha una strana aria da sogno che solo i più abili possono evocare. E’ anche un promemoria su come Brendan Fraser un tempo potesse effettivamente recitare.

4. The Revenant (2009): Ecco un altro film favorito ai festival che è rimasto su uno scaffale da qualche parte. Nel 2009 The Revenant ha avuto sacco di consensi alle proiezioni ed è stato confrontato con Il buio si avvicina di Kathryn Bigelow in più di una occasione. Poi il film è rimasto nascosto fino all’inizio di quest’anno quando è uscito direttamente in DVD a livello internazionale. Il film ha anche un sottotesto su come vengono trattati i soldati americani che combattono per la libertà e il ciclo della violenza presente nel paese.

3. Behind the Mask - Vita di un serial killer (2006): questo film funziona dieci volte meglio di qualsiasi film di slasher. Nathan Baesel è assolutamente perfetto nel ruolo principale, carismatico, affascinante e terrificante. Se ti consideri un fan dell’horror, allora questa è una visione fondamentale.

2. Society - The Horror (1989): Brian Yuzna dipinge la società come mostri disumani che prosperano su incesto e cannibalismo. La pellicola può essere considerata datata per tanti aspetti ma quello che non è datato è la scandalosa festa/orgia. Bello.

1. The Mist (2007): l’adattamento di Frank Darabont del racconto di Stephen King dovrebbe essere considerato come film del calibro di La Cosa e L’Esorcista, come un classico, ma il mondo non sembra averlo ancora capito. Il film ha floppato potentemente quando venne rilasciato. In apparenza si tratta di un racconto su un gruppo di persone intrappolate in un supermercato che devono fronteggiare una nebbia inquietante e mostri che si nascondono in essa. Ma guardando più da vicino questo film è un riflesso della società verso la fine della presidenza di Bush. The Mist ha tutto l’orrore che dovrebbe avere, è spaventoso, emozionante e con qualcosa da dire sul mondo reale.

I 10 film horror più sottovalutati é stato pubblicato su Cineblog.it alle 11:41 di mercoledì 05 giugno 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.