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05 Jul 13:59

Focus: How to Learn a Language Quickly

Simulations show that you can learn the meaning of words rapidly if you assume that every object has only one word associated with it.

Published Fri Jun 21, 2013
30 Jun 23:16

Habitable Zone

They have a telescope pointed RIGHT AT US!
30 Jun 23:13

Catepol 3.0 – I ragazzi non imparano da chi a loro non piace…

by wolly
Gianluigi.ulaula

Direi che mi sento di concordare...

Una collega mi disse un giorno: “Non mi pagano per farmi piacere i ragazzi. Mi pagano per impartire una lezione. I ragazzi dovrebbero impararla. Io dovrei impartirla. Loro dovrebbero impararla. Caso chiuso.”

Beh, le dissi: “Sai, i ragazzi non imparano da gente che a loro non piace.”

Allora mi disse: “Queste sono un sacco di stupidaggini.”

E io le dissi: “Beh, il tuo anno sarà lungo e difficile, tesoro.”

È inutile dire che fu cosi.

via Catepol 3.0 – I ragazzi non imparano da chi a loro non piace….

Tags: insegnamento, scuola
30 Jun 23:09

la panacea

by G.

In Italia gli oneri fiscali sul lavoro sono tali che gli imprenditori nazionali se ne vanno e quelli stranieri se ne stanno tranquillamente alla larga.

In Italia un processo arriva a durare decenni e quando finalmente ti viene riconosciuto lo straccio di ragione che avevi, spesso non serve più a nessuno.

In Italia la convivenza civile non è riconosciuta come invece avviene da anni nell’Europa civile. Hai giusto un’elemosina di diritti se stai con un onorevole o un giornalista.

Ma vedrete come tutto si sistemerà quando potremo sceglierci direttamente il presidente della repubblica. [1]

30 Jun 22:44

Fatevi la stazione spaziale

by noreply@blogger.com (Corrierino)
Gianluigi.ulaula

Come si può non condividere questo?

Tratto dal nº 39 del 30 settembre 1962 del Corriere dei Piccoli.





30 Jun 22:41

Science prizes: The new Nobels

by Zeeya Merali

Science prizes: The new Nobels

Nature 498, 7453 (2013). http://www.nature.com/doifinder/10.1038/498152a

Author: Zeeya Merali

The launch of several science mega-prizes is making some researchers millionaires — but others question whether such awards are the best way to promote their field.

30 Jun 22:37

ALICE IN WONDERLAND, DI JESUS BLASCO (updated)

by Luca Boschi
Gianluigi.ulaula

Direi un post che devo tenere in considerazione per una futura recensione (da fare il prima possibile...)

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Chissà se la nostra follower Caterina conosce la versione di Alice realizzata per il mercato inglese dal grande disegnatore e illustratore spagnolo Jesus Blasco!?

Blasco è il fantastico disegnatore anche dwella pagina sotto, dove due tipi di personaggi convivono attraverso i loro diversi stili.

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Può darsi di no.

Per cui, per la gioia sua e per la festa oculare di tutti gli altri, eccone qualche assaggio, ricavato da un blog rinvenuto recentemente e che merita una perlustrazione in depht.

CLICKQCH imperioso su ogni jpg per ingrandirlo consequenzialmente con profitto a misura portone.

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Il blog è quello del fumettista Peter Gray.

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Phil Rushton afferma, sempre nello stesso blog, che Jesus Blasco

(...) was fortunate enough to be helped out at one time or another by three brothers and a sister.

At least two of them proved to be excellent artists in their own right so that during the 1950s Jesus, Alejandro and Adriano individually drew stories for the British market that would be difficult to tell apart if it weren't for their different signatures.

Shortly after this, however, they seem to have started working together solely under Jesus' byline with Alejandro and Andriano providing meticulous finishes for their brother's layouts - thereby producing three times as many pages as any one artist could ever hope to.

Sotto, le foto della famiglia Blasco tratte da un altra pagina, anc'essa concentrata sul mercato britannico: Desk Artes Mil

Fotos blascos

I fratelli Blasco erano anche autori degli animali antropomorfi del settimanale spagnolo per bambini Yumbo, personaggi che in Italia comparivano su Puffi, Miciolino, Bingo e altre testate curate da Massimo Liorni per Gabriele Gioggi.

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Grazie a Giancarlo Malagutti per averci ritrovato a distanza di anni queste versioni stranissime di... Topolino!

Topo in Canada

Topolino ispanico

Topol paracadute ispanico

Ed ecco finalmente il video di Levante.

30 Jun 22:34

STORIA DI UNA CESSIONE DI LINUS (CHE RISORGE il 5)

by Luca Boschi

Linus nuovo

Eccoci a luglio, mese nel quale il nostro Linus del 2013 torna in edicola, sotto un nuovo marchio editoriale, il giorno 5.

In bocca al lupo a Stefania Rumor e a tutto il gruppo!

Resurrezione

Linus 32 nov 1967 snoopy 640

La situazione dev'essere stata un po' travagliata, lo stesso Dalai Editore pubblicava nelle sue pagine web lo stato delle cose, lo scorso 10 giugno, affermando:

Charlie60Baldini Castoldi Dalai editore S.p.A. in data 7 giugno 2013 ha presentato domanda prenotativa di concordato preventivo. La decisione è stata assunta per preservare, nel precipuo interesse dei creditori, il valore dell’azienda che nel frattempo è stata affittata a termini e condizioni che assicurino la continuità delle pubblicazioni, della distribuzione e dell’uso dello storico marchio.

Nella procedura concorsuale la società è assistita dagli studi legali Negri-Clementi e CT Law di Milano.

Allora, andiamo ottimisticamente all'edicola per acquistare questa copia, anche per dare un po' di fiducia a tutti quanti (autori, aziende, editore...), dimostrando che il parco lettori è ancora bello saldo, legato allo storico mensile e intenzionato a proseguire con lui l'avventura iniziata nell'aprile 1965.

Data in seguito alla quale cambiò, e non soltanto in Europa, la percezione dei fumetti.

Non è un caso che Linus abbia subìto da subito svariate imitazioni. Quella più "letterale" è avvenuta in Francia col mensile Charlie, diretto da Georges Wolinski, che riprendeva carta, concept e persino il fiont della testata da Linus.

Come promemoria, costelliamo questo post di copertine di Charlie, anche legate a Jacovitti (ripreso da Linus) e con Bibì e Bibò, dei quali si è parlato di recente in Cartoonist Globale.

Linus-cop Ma oggi riparliamo, invece, di un altro momento critico nella vita della testata. Lo ha riportato alla luce Sauro Pennacchioli nei commenti di un post sulle origini del Fumetto italiano.

Persosi in una serie di frammenti e forse passato inosservato ai più, mette conto riproporlo integralmente di seguito, anche perché raccontato da un testimone diretto (Sauro c'era, in Rizzoli).

A lui la parola:

Per oggi ho finito di faticare e posso rispondere alla tua domanda riguardo la cessione del Corriere dei Piccoli e di Linus da parte della Rizzoli, avvenuta, se non ricordo male, nel 1994.

Il problema era che i conti delle due testate erano in rosso e continuavano a perdere copie.

La domanda che mi era stata posta era: è possibile, con un investimento per il rilancio, riportarle in attivo? Non ricordo i dettagli dei costi e delle vendite.

L’unica cosa che mi è rimasta in mano, e che ho qui davanti, è una ricerca commissionata alla Swg su Linus, piena di statistiche.

Il dato più interessante è che anche una rivista con un lettorato medio-alto come quello di Linus, la maggior parte degli acquirenti delle riviste di fumetti non legge i redazionali.

E allora perché continuare a metterli? Mi chiedo io. In America e in Giappone non mettono redazionali nelle riviste di fumetti.

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In Francia, dove mettevano articoli su calciatori e cantanti (dubito che gli appassionati di sport e musica leggano fumetti), le riviste sono finite (vendono 20 mila copie al massimo) e vanno solo i cartonati privi di redazionali.

In Italia, le riviste con redazionali sono pure finite e rimane solo Bonelli, che ha solo un paio di pagine che però parlano di fumetti.

Torniamo all’epoca. Io venivo dall’Intrepido, che avevo diretto pur dovendo firmare come “consulente editoriale” perché non ero ancora giornalista. Per capire il mio stato d’animo devo spiegare questo precedente.

Avevo proposto alla Universo una rivista da intitolarsiAlcatraz, dedicata ai “fumetti metropolitani”. Loro mi avevano risposto di iniziare a prepararla, ma a un certo punto mi hanno spiegato che quella rivista sarebbe diventata il “nuovo Intrepido”.

Intrepido

L’Intrepido vendeva 800 mila copie, ma a quel tempo era sceso a 19 mila e aveva un grosso passivo.

Sauropennacchioli Non era nemmeno più un settimanale di fumetti, dato che pubblicava solo il materiale di Loredano Ugolini e qualche fumetto francese, mentre la maggior parte delle pagine era dedicata allo sport.

L’intenzione originaria era quello di farlo diventare un settimanale sportivo senza fumetti, ma le trasmissioni sportive della televisione nel frattempo si erano moltiplicate e gli avevano tolto questa possibile funzione.

Quindi, avevano deciso di fare il mio Alcatraz con quella vecchia testata solo per motivi nostalgici, per cercare di mantenere in vita il marchio dell’Intrepido.

Io ho cercato di spiegare che così non avremmo acquistato nuovi lettori, perché ormai tra i giovani l’Intrepido era sputtanato, e avremmo perso i vecchi, perché non si sarebbero ritrovati nella nuova testata, ma non c’è stato niente da fare.

Così, in tre mesi, invece dell’anno necessario per mettere insieme il materiale, abbiamo fatto uscire il nuovo Intrepido promuovendolo con gli spot televisivi.

Schulz

Avremmo dovuto vendere almeno 40 mila copie, per non perderci. Al massimo siamo arrivati a 32 mila, e poi siamo scesi ancora.

La colpa non era degli sceneggiatori e dei disegnatori, che ora lavorano tutti con successo per Bonelli. La colpa era mia perché avevo accettato un compromesso impossibile.

Alla Rizzoli, con questo fresco precedente, non me la sono sentita di dire: sì, facciamo qualche miglioramento al CdP e a Linus e poi con una bella campagna di spot televisivi li portiamo a una buona diffusione.

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Le due riviste erano sputtanate come lo era l’Intrepido, avrebbero guadagnato qualcosa, sì, ma troppo poco a fronte dell’investimento.

Così ho detto la verità.
Le due riviste sono messe troppo male per recuperarle (ripeto, non ricordo i dati). Le possibilità, per me, erano due
.

O si tenevano le redazioni e si cambiavano completamente le riviste, a partire dalle testate, oppure, visto che erano arrivate delle offerte dalla Egmont per il CdP e da Baldini e Castoldi (attraverso Oreste del Buono) per Linus, sarebbe stato meglio cedere le patate bollenti.

Oreste

L’idea di sostituire le riviste con altre più “moderne”, del tutto inaspettatamente, venne presa in seria considerazione.

Cominciai con il “post Linus”, che io immaginavo da allegare all’inizio alla rivista maschile Max. Feci fare una sorta di numero zero con fumetti inediti commissionati a Luca Enoch e altri.

Tra parentesi, commissionai anche un articolo a te, Luca, che spero ti sia fatto pagare come gli altri in base all’accordo che avevo con l’editore.

(Sì, Rizzoli me lo pagò, chiusa la NdB - Nota del blogger)

Però questi nuovi progetti non furono nemmeno visionati perché, all’improvviso, alla Rcs-Rizzoli si “scoprì” un terribile ammanco multimiliardario e a quel punto non era più possibile lanciare nuove iniziative.

In mancanza di fondi, per non perdere altri soldi la cosa più semplice da fare era cedere le due riviste.
I redattori non avrebbero comunque corso il rischio di essere licenziati
.

Fine

Sotto, un filmato.
Riguarda la promozione di una scuola artistica che fu frequentata anche da Charles Schulz, a Minneapolis.

Si dice, nel corso del filmato: "One such graduate who has built a highly successful career is the cartoonist Charles Schulz, who created the comic strip character 'Peanuts.' It may not be art with a capital 'A,' but it provides an awful lot of pleasure and it pays."

Naturalmente è una stupidaggine, non esiste nessun personaggio chiamato Peanuts, ma non si può pretendere che i pubblicitari e gli ottusi dirigenti scolastici si intendano di fumetti!

Giovane Charles Schulz

Nella celebrazione di Blondie (la cui striscia compariva sulla rivista concorrente Il Mago) ci sono svariati characters di Linus: da B.C. a Beetle Bailey, da Dick Tracy al re di The Wizard of Id.

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Un po' d'informazioni sulle immagini del post precedente.

Quella che compare, unica e inconfondibile, è la prima copertina dell'Intrepido nella versione "Fumetti metropolitani" ideata e gestita da Sauro Pennacchioli.

La foto virata seppia ritrae Oreste del Buono, a lungo amatissimo direttore di Linus.

Il ritratto del signore con baffi e occhiali riguarda invece Gabriele Pennacchioli, fratello di Sauro e disegnatore della copertina dell'Intrepido, ed è stato ricavato dal sito della Sergio Bonelli Editore, per il quale ha lavorato.

07 Apr 16:37

CARMINE INFANTINO, CIAO!

by Luca Boschi

Carmine Infantino

Non ci sono troppe parole da spendere, per questo il post è rimasto muto per un po'.

Flash127Carmine Infantino è stato (è) il disegnatore preferito del presente blogger, fra quanti hanno lavorato nella Silver Age dei comic book, nello specifico presso la National DC, l'etichetta (anch'essa, diciamolo) preferita, rispetto alla rampante e roboante Marvel, che pur ha avuto (ha) tra le sue colonne artisti di calibro incommensurabile.

Ma Carmine è rimasto subito simpatico ai più, grazie alla sua carriera personale come artista e poi come "dirigente degli autori" (coordinatore del lavoro altrui, scopritore di talenti, inventore di nuovi format anche grafici, insieme a una crew di grande talento): specificità che lo rendono unico e vicino al corasòn di chi, dall'Italia, si appassionava a testate storiche come Albi del Falco, Superalbo Nembo Kid e, naturalmente, Superman e Batman.

Carmine stato anche il primo autore del quale ho letto la firma in un albo supereroico, come gli dissi quando c'incontrammo la prima volta in California. Da piccolo lo ritenevo un italiano che disegnava storie appunto dalla Penisola, o forse dalla Trinacria, dato il nome, e non un artista di Oltreoceano, e di cotanta rilevanza.

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Infantino firmava, quando lo individuai, riconoscendone lo stile delicato e insinuante, quasi tagliente, perfetto, un paio di pagine su "Come disegnare Flash" (suo character favorito). Ne rivelava l'identità, in un breve ma lusinghiero redazionale, il responsabile della testata milanese, Enrico Bagnoli.

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Flash how to draw carmine infantino dc comics limited collector's edition tabloid pencils silver bronze age

Infantino Issue

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Per combimazione, uno di quegli albi, con la bibliotecaria BatGirl, stavo sfogliando proprio ieri sera quando Carmine ci stava lasciando, alla ricerca (io) di qualche eventuiale immagine di Gotham City utile per la sezione sulle città del Fumetto per la prossima Napoli COMICON.

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Attraverso The Source blog, il coeditore della DC Comics, nostro amico Jim Lee, con Dan DiDio con the presidente della DC Entertainment, Diane Nelson hanno così commentato la scomparsa di Carmine:

"Carmine was a legend. The number of classic covers he created are innumerable. His influence, reach and impact is humbling and will always live on."
Jim Lee

"There are few people in this world that have had as much of an impact on the industry as Carmine. He bridged both the Golden and Silver Ages of comics, shepherding in some of the most successful periods in our history and setting the course of our characters that is still seen today. He will be greatly missed, but his legacy will remain forever."
Dan DiDio

"The entire DC Entertainment family is saddened by the loss of Carmine Infantino. His contributions to the comics industry and to DC Comics in particular are immense and impossible to quantify. Our thoughts are with his family, friends and fans during this difficult time."
Diane Nelson

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In chiusura, un omaggetto al Batman di Carmine Infantino, girato in 3D da un fan.

07 Apr 16:36

ADDIO A FRED

by Luca Boschi

Philemon-page

Che pesce d'aprile ci ha fatto Fred!

Fred

PhilEra molto simpatico, non c'è che dire. Ci dispiace averlo conosciuto per poco tempo, in occasione di una vecchia Expocartoon, dove grazie all'amico comune Claude Moliterni era anfitrione di una bella mostra scenografica, con sagome a rilievo, quinte, paesaggi compositi come sanno fare in Francia quando hanno (o avevano) dei bei gruzzoletti a disposizione per celebrare i loro grandi.

L'anno era il 1995, quando in contemporanea, tramite Mauro Giubblini, la manifestazione romana ospitava anche, in un'area diversa dei padiglioni della Fiera (quella vecchia, dell'EUR) anche una mostra di Sebastiano Craveri, forse l'ultima degna di questo nome, collegata a un catalogo multifirma, pubblicato dalla Comic Art, che resta anch'esso, sino ad oggi, il contributo più esteso e capillare sull'opera di quest'altro poeta dell'arte sequenziale.

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Train-philemon-

Poeta come Fred, al secolo Othon Aristidés, autore davvero poco noto e quindi poco amato in Italia, duole dirlo.

Fred di gotlibNella foto di apertura (© degli aventi diritto) era appena quattro anni fa, in occasione della consegna di un prestigioso premio. Les Amis du musée de la bande dessinée ont remis hier soir à Gilles Ciment l'oeuvre d'une sculptrice angoumoisine représentant les héros de Fred, un maître et un fidèle du Festival eccetera eccetera...

Ma noi l'abbiamo conosciuto ancora munito dei suoi caratteristici mustacchi assai imponenti, con i quali l'hanno più volte ritratto anche dei colleghi fumettisti, a cominciare da Marcel Gotlib (vedi vignettazza a destra).

Lo presentiamo in due interviste video. Chi non conosce il francese farà bene ad affettarsi a impararlo. Una è di meno di unno fa, pubblicata da Artnet.

L'altra di un paio di anni fa, quando aveva compiuto ottant'anni.

Segue un reportage su una bella mostra di Fred, dove spicca il suo personaggio principale, il mite Filemone, che mi ha sempre ricordato il Serafino di Egidio Gherlizza, anche se in realtà non c'entra nulla: canguro il primo, giovinotto poeticamente svagato il secondo.

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Giusto per spiegare meglio di cosa e chi stiamo parlando, ecco una tavola di Serafino, anzi... addirittura la prima metà della prima della sua prima storie, courtesy of Laca, l'ineffabile musico.

Serafino prima storia

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Il post era molto più lungo ma per qualche incidente informatico (dei soliti) una parte di esso è finita nel nulla.
Vi rimando quindi a questa pagina per saperne di più.

07 Apr 16:31

SUCCESSO DI LUCE E MATERIA (AL PICCOLO TEATRO DI MILANO)

by Luca Boschi
Gianluigi.ulaula

Mi ricorderò di andarci?

Piccolo Teatro

TEMPI SUPPLEMENTARI

Almeno 250 persone hanno assistito per un'ora e 40 minuti, circa, allo spettacolo educational organizzato per onorare il Politecnico di Milano.

Grazie a tutti (compresi quelli che si sono accaparrati tutti gli schizzi realizzati in diretta).

Se qualcuno dei 250 avesse scattato foto o fatto filmatini su quanto è avvenuto e ci scrivesse qua... metteremmo il tutto online!

Luce e materia

Giorello

La ricerca improbabile

Di che cosa si tratta?
Vediamo un po'...
L'illustrazione d'apertura porta una firma nota... "Giorello"... Ma il nome è Thomas.
No, non ci riguarda.

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Luce e materia: collaborazione essenziale?
Possono l’arte e la filosofia confrontarsi direttamente con la scienza e la tecnica?

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Di che cosa si tratta?

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Questa è la domanda alla base del ciclo di serate organizzate, una domanda la cui risposta si può trovare nello stimolo che porta l’uomo a ricercare continuamente i nuovi confini del pensiero.

Quello sopra è un disegno rovesciato di Peter Newell, Topsys & Turvys, The Century Co., New York, 1893.

Giuseppe Zerbi, docente di Ingegneria dei Materiali, e Luca Boschi, fumettista, dialogano con Giulio Giorello, saggista e professore di Filosofia della Scienza.

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La luce e la materia, i colori e il fumetto, un accostamento “improbabile” per un viaggio scientifico e visionario nell’infinitamente piccolo.
Un viaggio con la luce per gustare il gioco dei colori e partecipare alle “danze” delle molecole. Dopo avere aperto una finestra sui numerosi mondi dell’infinitamente piccolo, sarà possibile rivelare i segreti dei principali fenomeni associati alla vita?

Teatro interno lordo-3Il tutto accade il 29 aprile 2013 (immediatamente dopo la chiusura di Napoli COMICON), ore 19.30, al Piccolo Teatro di Milano
Via Rivoli, 6 - Milano

Regia di Emiliano Bronzino
a Milano, appunto presso il Piccolo Teatro Studio Expo
a cura di Piccolo Teatro di Milano e Politecnico di Milano

Il Piccolo e il Politecnico propongono un percorso comune che coinvolgeallievi, professori e ricercatori, con particolare attenzione alla partecipazione di studenti da tutto il mondo.
Lo sviluppo di questo percorso culturale, composto da lezioni, seminari di approfondimento, incontri con artisti e professionisti di discipline umanistico-scientifiche, interviste, workshop dà vita a un ciclo di incontri al Piccolo Teatro, che hanno lo scopo di trasmettere questa passione a chi deve, per “dati anagrafici”, costruire il futuro.

Possono l’arte e la filosofia confrontarsi direttamente con la scienza e la tecnica?

Questa è la domanda alla base del ciclo di serate organizzate, una domanda la cui risposta si può trovare nello stimolo che porta l’uomo a ricercare continuamente i nuovi confini del pensiero. La ricerca del “possibile” parte sempre da una domanda e non dalla risposta che si vuole trovare, qualsiasi sia il campo del pensiero umano. Su questa base comune la scienza e la tecnica da una parte, e la filosofia e l’arte dell’altra, possono dialogare, confrontarsi e magari riuscire a trovare assieme una risposta inaspettata, “improbabile”.

Luce e materia

In tutti gli incontri si porta in scena la spettacolarità della ricerca del “possibile”, cercando di fondere le due anime grazie alle tecniche dello spettacolo teatrale.

Il palcoscenico di questi incontri/spettacolo è il Teatro Studio, laboratorio ideale per sperimentare nuove spazializzazioni della fruizione teatrale. Le scenografie saranno i centri di ricerca avanzata del politecnico, portati in teatro per mostrarsi in tutta la loro spettacolarità.

PolitecI protagonisti sono le donne e gli uomini che con le loro “ricerche improbabili” hanno reso possibili le nuove frontiere della ricerca e della sperimentazione.

Un ciclo di serate in cui la scienza, la tecnica, l’uomo e l’arte si confronteranno intorno a delle domande, una per serata, non per trovare delle risposte, ma per esplorare quale sia quella necessità così profondamente umana che ci spinge continuamente a ricercare i nuovi confini del possibile, in ogni campo del pensiero.

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Parlando di luci e ombre nelle raffigurazioni grafiche, anche se non si tratta di fumetti, incorporo un video sui libri illustrati (risalente a tre anni fa). Chi non conosce questi autori ha quantomento una spintarella, adesso, per entrarci in confidenza. Da Fantasvale.

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Qui sopra di Baker, Merlin et son chat, La Jeunesse Illustrée, n° 242, 13 octobre 1907.

LINK COLLATERALI

CHARLES DARWIN AL PICCOLO TEATRO DI MILANO

DOPO MOSCA, ANCHE LISBONA OSPITA "DARWIN...TRA LE NUVOLE"

"DARWIN TRA NUVOLE" CORRE ANCORA (A PIACENZA, BOLOGNA, MODENA E COMO)


20 Mar 23:25

Una (vecchia) rivoluzione nella matematica

by Maurizio Codogno

La settimana scorsa Paolo Marino mi ha segnalato questo articolo di Frank Quinn, dal titolo A Revolution in Mathematics? What Really Happened a Century Ago and Why It Matters Today. La rivoluzione di cui parla l’articolo dovrebbe essere abbastanza nota a chi ha studiato matematica al liceo: Quinn però la considera da un punto di vista un po’ diverso, che a me per esempio non era mai venuto in mente, e che getta una luce interessante su quello che accade oggi. Provo a raccontare quanto ho capito io, tenendo conto che siamo su un difficile crinale tra filosofia della matematica e didattica. Diciamo che l’unico vantaggio è che di formule non se ne parla affatto!

una curva di Peano come disegnata da Hilbert (da Wikipedia, File:Hilbert_curve.png)

La storia che si sente solitamente raccontare è che a partire dalla metà del XIX secolo i matematici si sono accorti che le loro dimostrazioni non erano poi così precise, e quindi iniziarono a studiarsi per bene i fondamenti in modo da ottenere una scienza davvero a prova di errore… il tutto arrivando al formalismo di Frege e Russell prima e di Hilbert poi, e al crollo di tutte le speranze con il teorema di indecibilità di Gödel. La rivoluzione avviene insomma tra il 1890, quando Peano tira fuori dal cappello la sua curva che riempie un quadrato e fa capire come il concetto di “curva” fosse molto sottovalutato, e il 1931, con appunto la pubblicazione del teorema di Gödel. Certo la tendenza alla specificazione corretta delle ipotesi e delle dimostrazioni era già in auge da alcuni decenni, anche se Cauchy, il suo primo promotore, pigliava delle cantonate anche lui: ma per Quinn non è questo il punto fondamentale.

Il problema con la “nuova matematica” è che la richiesta di definizioni estremamente precise e di dimostrazioni giustificate passo per passo ha segnato una rottura con l’abitudine plurimillenaria (sì, ce l’avevano anche i greci, finanche Euclide, per non parlare di Archimede…) di avere un ragionamento matematico che si appoggiava su considerazioni fisiche, e che quindi non era formalmente corretto – una curva fisica non si comporterà mai come la curva di Peano! – ma funzionava in pratica. Questo è l’approccio usato ancora oggi dai fisici, quello per cui una “well-behaved function” è definita come “funzione a cui si possono applicare i teoremi che ci servono”. Il guaio con questa definizione è che occorre sempre rifarsi non solamente a qualcosa di esterno – per l’appunto il mondo reale – ma anche usare il nostro raziocinio per capire come applicare il teorema alla realtà. Questo è sempre capitato: anche Euclide, con le sue non-definizioni “punto è ciò che non ha parti / retta è lunghezza senza larghezza” chiede al lettore di prendere punti e rette ben reali e astrarne in qualche modo le caratteristiche desiderate.

Ma questo è l’approccio che Hilbert non voleva affatto: a lui la matematica interessava come “gioco formale” che aveva bisogno di definizioni precise e dimostrazioni logicamente complete. Non per nulla prese i cinque più cinque assiomi euclidei e li raddoppiò, per fare in modo che anche parlando di tavoli, sedie e boccali invece che di piani, rette e punti il tutto funzionasse lo stesso. Il gioco formale è quello usato da Russell e Whitehead, con la paginata di simboli che permette di essere certi che 1+1=2; è quello che qualche decennio dopo userà Bourbaki, con il suo tentativo di riformare la matematica in modo che un libro di geometria non avesse figure (e per fortuna non c’è riuscito). È anche quello che Gödel ha rotto con i suoi teoremi di indecidibilità: Quinn afferma che se Hilbert avesse pensato di definire “vero” come “impossibile da contraddire” quei teoremi non avrebbero avuto tutto quell’effetto dirompente, ma così non è stato, ed è inutile piangere sulla definizione sprecata.

Fin qui nulla di realmente nuovo per chi ha studiato un po’ del problema dei fondamenti: l’approccio chiamiamolo hilbertiano ha dato sicuramente tanti vantaggi e permesso di ampliare il campo d’azione della matematica, ma tutto questo ha avuto un alto prezzo: il numero di persone che possono fare matematica ad alto livello si è drasticamente ridotto, perché la mancanza di una connessione con il mondo reale rende particolarmente difficile ai “dilettanti” riuscire ad afferrare i concetti di base. Garantisco che io faccio fatica a seguire gli articoli dell’American Mathematical Monthly anche su campi abbastanza di base… Quinn però fa notare un paio di cose che non mi erano mai venute in mente, anche se la prima a posteriori è quasi ovvia.

Innanzitutto bisogna ricordare che questa rivoluzione, come tutte quelle che si rispettano, non è passata senza una lotta, e ci sono stati alcuni matematici molto influenti che erano contrari a questo cambio di visione per la matematica. Quinn non pensava tanto a Brouwer e dell’intuizionismo / costruttivismo (se non sapete o non vi ricordate di cosa sto parlando, andate a leggere questo mio vecchio post): anche se Hilbert ai tempi si era spaventato, quella corrente è sempre stata minoritaria. No, il vero gigante dello schieramento avverso è nientepopodimeno che Henri Poincaré. Come dicevo sopra, in effetti la cosa non è così strana a posteriori: Poincaré è stata infatti l’ultima persona che è riuscita a conoscere fondamentalmente tutta la matematica e tutta la fisica dell’epoca, e quindi è abbastanza naturale che il suo punto di vista fosse molto più legato al mondo reale. È vero che a volte il grande matematico francese prendeva delle cantonate: forse avete sentito raccontare del premio indetto da re Oscar II di Svezia per trovare una soluzione del problema dei tre corpi. Poincaré vinse il premio, ma spese tutti i soldi e qualcosa in più per ritirare le copie della sua dissertazione, dopo che ci aveva trovato un erroraccio che inficiava il tutto. Ma nonostante questi incidenti di percorso nessuno può negare la sua bravura: tutto questo però non è stato sufficiente per cambiare la situazione.

Il secondo matematico che ha esercitato un’influenza meno visibile ma più duratura è stato Felix Klein. Non so quanti di voi abbiano sentito parlare di lui, a parte forse per la bottiglia di Klein. Ma in realtà Klein è stato fondamentalmente un didattico, prima nella geometria e poi nel 1908 con il suo testo fondamentale Elementarmathematik vom höheren Standpunkte aus (matematica elementare da punti di vista superiori). Bene, il sistema educativo scolastico ha continuato per tutto il secolo a seguire l’approccio kleiniano: i tentativi come quello della “nuova matematica” negli anni 1960 e 1970 nel mondo anglosassone – e un po’ più tardi da noi – sono stati fallimentari, e si è così scelto di aggiornare i metodi ma non l’impianto di base di Klein. Risultato? Diventa ancora più difficile formare i matematici, perché quando arrivano all’università bisogna ricominciare da zero e spiegar loro come si fanno davvero le cose, con il rischio di scoprire che molti di quelli che erano “bravi in matematica” in realtà non sono bravi in “matematica”… e ammetto di essere tra quelli.

Quinn termina il suo articolo notando come nei decenni il nucleo dei matematici di base si è arroccato nella sua torre d’avorio; potevano farlo perché tanto la matematica di base è autodefinita, ma oggi questa torre si sta sgretolando perché i fondi a disposizione sono sempre di meno e tendono a essere spostati verso la matematica applicata… anche se poi nessuno può garantire che la matematica pura resterà tale nei secoli, come disegnato da Abstruse Goose. Aggiunge poi che a suo giudizio oramai i matematici applicati sono così tanto separati dalla realtà matematica di punta che probabilmente non li si dovrebbe nemmeno chiamare matematici ma “scienziati”, e mi è parso di leggere il disprezzo verso i loro metodi più che altro empirici. Fin qua sono abbastanza d’accordo con lui; ma la sua soluzione, spostare le risorse sul lato dell’educazione e completare la rivoluzione dell’inizio del secolo scorso fin dalle scuole elementari, mi pare francamente improponibile e inutile. Qualcuno tra gli stoici che sono arrivati a leggere sin qui avrebbe voglia di commentare a sua volta? Valgono anche le richieste di maggiori spiegazioni, claro!

20 Mar 23:19

cortesi – Google, destroyer of ecosystems

by wolly
Gianluigi.ulaula

Qui però lo stiamo pian piano sostituendo!

The truth is this: Google destroyed the RSS feed reader ecosystem with a subsidized product, stifling its competitors and killing innovation. It then neglected Google Reader itself for years, after it had effectively become the only player. Today it does further damage by buggering up the already beleaguered links between publishers and readers. It would have been better for the Internet if Reader had never been at all.

via cortesi – Google, destroyer of ecosystems.

Google è il nuovo evil, con l’abuso della sua posizione dominante nella ricerca e nella pubblicità sforna prodotti gratuiti che di fatto uccidono l’innovazione e la competizione perché opera politiche, secondo me, assimilabili a quelle del dumping.

Di fatto ha ucciso il mercato dei feed reader dove nessuno poteva più competere non potendo ottenere un guadagno e quando si è stufato ha chiuso il servizio.

Il concetto del tutto gratis su Internet è sbagliato ed è sbagliato che possa esistere un payer come Google.

Tags: google, google reader
20 Mar 23:16

Vendetta

by noreply@blogger.com (Corrierino)
Gianluigi.ulaula

La Panini ha appena pubblicato la raccolta di tutte le strisce!

Tratto dal nº 3 del 19 gennaio 1975 del Corriere dei Ragazzi.



20 Mar 23:04

SCIENZA, MITO, LETTERATURA E... FUMETTI!

by Luca Boschi

Pierlambicchi

Chi non riesce a venire a Napoli al PAN per l'inaugurazione di Magica Disney, può godere di una valida altra possibilità in quel di Siena.

Giovedì 21 marzo, alle ore 15:00, presso l'Aula Magna dell'Università di Siena
... si terrà (appunto) Scienza, mito, letteratura ... e fumetti

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E' una conversazione a più voci tra filosofi della scienza, autori di fumetti e studenti con la partecipazione di Alberto Becattini, Marco Ciardi e Giacomo Scarpelli.

Esiste davvero una frattura fra la cultura umanistica e la cultura scientifica, oppure questa presunta divisione dipende soltanto dal nostro modo (forse sbagliato) di affrontare tale questione?

E se questi due mondi, apparentemente così distanti fra loro, fossero più legati di quanto in genere siamo soliti pensare?

Galileo, ad esempio, amava moltissimo i classici e gli autori moderni del suo tempo, e fu proprio grazie al suo amore per la letteratura, la poesia e l’arte che riuscì a sviluppare quella capacità di immaginazione che poi gli sarebbe stata utilissima per compiere una straordinaria rivoluzione in campo astronomico.

Questo, naturalmente, non ha impedito a Galileo di essere uno degli inventori della scienza moderna, definendone con precisione regole e metodo di ricerca, stabilendo il corretto ruolo della cultura scientifica e di quella umanistica, ed il giusto rapporto tra rigore logico e speculazione fantastica.

Pierlambicchi2

Partendo da questi presupposti, i relatori cercheranno di far vedere, attraverso una serie di esempi selezionati, quali e quanti siano gli stretti legami (ma anche quali debbano essere i confini) fra scienza e letteratura, fino ad arrivare a due fra le più straordinarie forme d'arte del Novecento, il cinema e i fumetti.

Un viaggio che ci porterà dal mito di Atlantide alla geologia, dall'Isola del Tesoro di Stevenson a Gambadilegno, dal National Geographic ai grandi autori Disney, dall'alchimia a Harry Potter e a Full Metal Alchemist.

Paperino e L'Isola blog

Alberto Becattini è una delle figure di riferimento nazionali e internazionali per quanto riguarda lo studio e la ricerca sugli autori e i fumetti Disney.
Cura per i maggiori editori italiani le pubblicazioni delle serie Disney “storiche”. E' autore di innumerevoli saggi e articoli editi nelle principali riviste del settore. Ha appena pubblicato (assieme a Boschi, Gori e Sani) la nuova aggiornata e completa riedizione dello storico volume su tutti gli autori Disney Italiani (Edizioni NPE, 2012).

1 - Bagnoli Isola del  Tesoro

12 isola  tesoro 41-65

Marco Ciardi insegna Storia della scienza e della Tecnica all'Università di Bologna. Da molti anni si occupa delle relazioni fra scienza, magia, pseudoscienza e letteratura. E' autore di molti libri e saggi in Italia e all'estero. Fra le sue ultime pubblicazioni si ricordano Esplorazioni e viaggi scientifici nel Settecento (Rizzoli 2008), Le metamorfosi di Atlantide, Storie scientifiche e immaginarie da Platone a Walt Disney (Carocci, 2011), Terra. Storia di un'idea (Laterza 2013).

Giacomo Scarpelli insegna Storia della Filosofia all'Università di Modena e Reggio Emilia.
Si occupa dei rapporti tra scienza, filosofia e letteratura, tema anche del suo ultimo libro Ingegno e convegno. Sentieri incrociati di filosofia e scienza (Edizioni di Storia e Letteratura 2011). Sceneggiatore, è figlio di Furio Scarpelli, uno dei grandi autori del cinema italiano del Novecento. Con il copione de Il Postino (1994) ha ottenuto la candidatura all’Oscar.

14 Mar 20:31

geniali dilettanti

by G.
Gianluigi.ulaula

Ora, un po' alla volta, mi importo tutto...

Io ho già visto arrivare nei palazzi della politica romana un plotone di facce nuove e poco esperte.
Indossavano una camicia verde e hanno imparato in fretta.

14 Mar 20:27

Dimostrazioni senza parole: Teoremi per trisecatori

by noreply@blogger.com (Gianluigi Filippelli)
Sulla trisecazione di un angolo
Rufus Isaacs. "Two Mathematical Papers without Words." Mathematics Magazine 48.4 (1975): 198
Trisecare un angolo in un numero infinito di passi \[\frac{1}{3} = \frac{1}{2} - \frac{1}{4} + \frac{1}{8} - \frac{1}{16} + \cdots\] Coble S. (1994). Proof with Words: An Efficient Trisection of a Line Segment, Mathematics Magazine, 67 (5) 354. DOI: 10.2307/2690994
Trisecarre un segmento \[AF = \frac{1}{3} AB\] da Proof without words, a cura di Roger Nelson, attribuita a Scott Coble e forse pubblicata suCollege Mathematics Journal vol.21 n.5