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14 May 13:35

Cartoline da Coney Island

by Sigrid

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Avevo letto che intorno al Luna Park di Coney Island (che a discapita del nome non è un’isola bensi una penisola a sud di Brooklyn, su Long Island) galleggiava un’atmosfera un po’ retro. Beh in effetti, più vintage americano da cartolina di così, nun se può (e infatti non resisto a lasciarvi un paio di fotine, fatte con il telefono che la canon no si sa che fine abbia fatta, e non oso chiamare per paura che mi dicano che hanno appena trapiantato gli organi ancora funzionanti … 8-). Piuttosto, a parte che questo posto è divertentissimo, ma veramente, anche se non sei un bambino e che i Luna park di norma non li ami proprio, per la prima volta, mentre ero in fila dal celeberrimo Nathan’s (non puoi venire a Coney Island e non pranzare con l’hotdog e le patatine da Nathans, è una regola non scritta), mi sono sentita ‘in America’ (posto notoriamente ben diverso da New York che è un luogo tutto sui generis, dicono).

Insomma, a Coney island ci sono il mare, il boardwalk, un bel lungomare spazioso, l’acquario di New York, decine di attrazioni più o meno spaventose (dal classicissimo roller coaster al classico trenino passando per alcune cose che solo a vederle ti viene la vertigine) per piccolini e grandi, e poi i già citati hot dogs, cibi di tutti i tipi, matasse di cotton candy, gente normalissima che si esibisce in karaoke a volte molto ben eseguito e i gelati neanche malvaggi da Coney’s Cones. Combinando tutti questi dati fra di loro puoi: respirare! (non che a Manhattan l’aria buona mancasse, anzi, però il mare, pardon, l’oceano, è n’altra cosa) fare un giro sul tchutchu train con il tuo duenne in visibilia, condire il tuo hotdog con senape e ketchup in libero servizio in bidoni giganti, scandalizzarti di fronte alle patatine fritte condite con formaggio fuso e pancetta (sic), bere una limonata vecchio stile (acqua + zucchero + idea di limone) dal bicchierone di un litro scarso, fare una passeggiata in spiaggia e inzupparti le invicta nell’atlantico (le onde sono, come dire, ‘imprevedibili’), meditare se ordinare un gelato Elvis (con peanut butter, banana e non ricordo quali altre ipercaloriche aggiunte, nell’originale panino preferito del King c’andava anche il bacon, brrr), macchiarti tutto di gelato al cioccolato (vedesi duenne di prima) e via discorrendo. Prima di ripartire per Manhattan, sosta regressiva dall’enorme candy store di fronte alla stazione, enorme, coloratissimo e pieno di cose (aka: caramelle) mai viste, un’altro posto dove di norma non metterei piede e che invece è stato una perfetta conclusione per una perfetta giornata di divertimento :-)

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